Scaricare i rifiuti di Roma nelle province del Lazio, in particolare a Latina non può e non deve rappresentare la soluzione per risolvere l’emergenza di Roma.
Zingaretti con la sua ordinanza penalizza ancora una volta quelle realtà virtuose come la provincia di Latina che hanno chiuso il ciclo dei rifiuti e che non possono farsi carico delle inadempienze di chi ha scelto di lasciar esplodere l’emergenza nella Capitale.
Responsabilità che vanno imputate alla Raggi, ma anche al governatore Zingaretti che non ha vigilato sulla chiusura del ciclo dei rifiuti a Roma e provincia. Lo stesso Zingaretti che è indagato per danno erariale per l’investimento da 10 milioni di euro sul termovalorizzatore di Colleferro mai entrato in funzione.
Le norme prevedono che ogni provincia faccia parte di un Ato (ambito Territoriale ottimale) e che all’interno di ogni Ato venga chiuso il ciclo dei rifiuti. Ciò avviene per tutte le altre province del Lazio tranne che per Roma.
Sorprende in tutta questa vicenda anche il silenzio del sindaco del capoluogo pontino, Damiano Coletta, che in qualità di presidente della conferenza dei sindaci della provincia di Latina dovrebbe far sentire la sua voce insieme a quella del presidente della Provincia Carlo Medici, per chiedere che lo stato emergenziale che ha portato all’ordinanza di Zingaretti venga al più presto risolto senza inficiare il diritto alla salute dei cittadini pontini.
Nel silenzio assordante delle nostre principali istituzioni locali si rischia che i rifiuti romani diventino una presenza costante nostri impianti mentre viene anche da domandarsi che fine abbia la proposta di ristoro per la popolazione nei dintorni delle discariche di cui Lbc è in particolare l’assessore Lessio si facevano Alfieri in campagna elettorale.
COORDINAMENTO LEGA LATINA