E’ del 13 marzo scorso la notizia di un esemplare di daino trovato morto tra la Migliara 53 e la Pontina, presumibilmente a causa di un impatto con un’auto. Un fatto grave sia per l’animale selvatico che per i rischi corsi dall’automobilista.
Legambiente Terracina fin dall’emergere della questione daini nel Parco del Circeo https://legambienteterracina.wordpress.com/2020/01/17/legambiente-terracina-e-la-questione-della-mattanza-dei-daini-del-circeo-mentre-si-lavora-per-innovative-soluzioni-di-gestione-faunistica-ad-un-problema-complesso-come-il-contenimento-delle-specie-in/ aveva espresso la volontà di operare sull’emergenza del contenimento degli esemplari in sovrannumero sulla base di un secco NO agli abbattimenti cruenti e proponendo al Parco, quale strada per superare gli errori del passato, la realizzazione di un piano puntuale di sterilizzazione dei daini presenti, valido dal punto di vista dell’efficacia e del benessere sia ambientale che animale.
Ricordiamo che i daini furono portati al Circeo nel 1953 nell’ambito dei programmi di allevamento della selvaggina da ripopolamento (al fine di liberarli poi in altre aree del territorio nazionale) che venivano svolti dall’ex Azienda di Stato delle Foreste Demaniali ed erano stati allocati all’interno di un recinto dal quale uscirono a causa della mancata manutenzione dei recinti, dando origine alla popolazione libera che oggi si trova nel Parco.
L’iniziale “Piano di gestione” commissionato dal Parco, criticato da Legambiente, prevedeva, infatti, la forte riduzione della densità della popolazione presente, stimabile in poco meno di 1.800 esemplari, solo tramite uccisione. Ma dopo qualche anno, il problema del numero dei daini si sarebbe ripresentato e di nuovo il Parco avrebbe autorizzato l’uccisione degli animali. Niente di più e niente di meno di quanto avviene in una riserva di caccia.
Alle immediate proteste di Legambiente e di altri comitati di cittadini e associazioni attive nel settore della difesa degli animali, si mostrò sensibile l’ex Presidente del Parco, il Gen. Antonio Ricciardi, il quale, in occasione di un Convegno tenutosi ormai un anno fa, aveva aperto all’ipotesi di una campagna di immuno-contraccezione, sulla scorta delle più innovative esperienze internazionali, che avrebbe portato il Parco nazionale del Circeo a divenire un modello per tutta Italia nell’affrontare esigenze di controllo demografico non cruento di animali selvatici. La sincera disponibilità dell’ex presidente Ricciardi (dimessosi pochi giorni fa), si concretizzò in un Consiglio direttivo nel quale l’Ente Parco si era impegnato ad esperire ogni soluzione non cruenta e senza sparo, con eventuali spostamenti interni ed esterni e sperimentazione di farmaci immuno-contraccettivi. Decisione, nei fatti, del tutto disattesa dopo appena un anno dallo stesso Ente Parco visto che, con la Determinazione del Direttore F.F. n. 18 del 08/02/2021, sono stati pubblicati sul sito web del Parco nazionale del Circeo i bandi per la cessione di esemplari di daino, la cui scadenza è stata prorogata, in seguito a rimostranze di cittadini e associazioni, con Determinazione del Direttore F.F. n. 25 del 22/02/2021 fino al prossimo 7 aprile 2021.
I bandi prevedono la cessione dei daini a scopo “ornamentale”, ma anche ad aziende agri-turistico-venatorie e ad allevamenti a scopo alimentare. Ed è subito palese che le due ultime soluzioni contraddicono la volontà dichiarata di escludere soluzioni cruente.
Inoltre il Parco ha contestualmente attivato un bando per un corso di formazione per operatore abilitato alle operazioni connesse al piano gestionale di controllo del daino nella Foresta demaniale del Parco Nazionale del Circeo ai fini della “rimozione attiva della popolazione di daino all’interno dell’Area protetta da effettuarsi sia tramite cattura in vivo degli animali, mediante corral fissi o chiusini mobili, che con la tecnica dell’abbattimento diretto tramite arma da fuoco a canna rigata” puntando ancora a modalità cruente e prive di tutela degli animali selvatici.
Il giudizio di Legambiente sui bandi è assolutamente negativo considerato che:
1) i soggetti interessati ad acquisire animali dovranno versare al Parco una somma a titolo di rimborso spese per gli oneri connessi alle procedure di cattura;
2) nel caso delle acquisizioni a scopo “ornamentale” gli animali dovranno essere preventivamente sterilizzati, con costo a totale carico dei benefattori;
3) le richieste a scopo ornamentale sono inoltre subordinate all’acquisizione preventiva di autorizzazioni regionali che nessun ufficio può rilasciare in virtù delle disposizioni di ISPRA recepite in leggi regionali e relativi piani faunistici;
4) la destinazione a scopo ornamentale, impone requisiti strutturali dei recinti di destinazione a prova di evasione (per animali non pericolosi), con costi improponibili che invece non sono imposti alle Aziende faunistico venatorie.
Insomma, un bando farsa, che decide per gli animali selvatici solo la morte, con una cattura comunque cruenta e prevedendone nei fatti la cessione ad aziende faunistiche venatorie e ad allevamenti a scopo alimentare.
Mentre per il daino l’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) sostiene che essendo specie “parautoctona”, ossia non originaria dell’Italia anche se presente da oltre 500 anni, il suo areale non deve essere oggetto di ulteriore espansione e, quindi, gli animali presenti al Circeo non possono essere liberati in altri siti naturali ma posti esclusivamente all’interno di recinti a prova di fuga, dispiace dover constatare che lo stesso ISPRA per altre specie animali “parautoctone”, portatrici di gravi patologie, come sono il fagiano e la lepre comune, continua ad autorizzare, annualmente, liberazioni in natura di molte decine di migliaia di animali al solo fine di farli uccidere.
“Vogliamo che il Parco nazionale del Circeo, – dichiara Anna Giannetti, Presidente del Circolo Legambiente Terracina, Dirigente del Raggruppamento Guardie Ambientali e Zoofile Volontarie Legambiente della Provincia di Latina – Legambiente Terracina Animal Help e Consigliere Nazionale dell’Associazione-al momento privo di una governance adeguata dopo l’annullamento dell’avviso per la scelta del nuovo direttore del Parco e per le dimissioni del Presidente Gen. Ricciardi, torni al rispetto e alla tutela degli animali selvatici che abitano la Foresta Demaniale del Circeo, dichiarata nel 1977 Riserva della Biosfera tutelata dall’Unesco. Vogliamo sottolineare che i bandi presentano condizioni oltremodo impossibili per benefattori che volessero adottare questi animali, inclusa la folle richiesta di un cordolo di cemento lungo chilometri per circondare l’area in cui dovrebbero stare i daini, requisiti non imposti alle aziende faunistico venatorie.”
“Chiediamo quindi all’Ente Parco – conclude Anna Giannetti –anche in virtù del fatto che è attualmente privo degli organi dirigenti, di intervenire rapidamente per ripristinare le recinzioni malmesse presenti lungo le strade principali più utilizzate per evitare incidenti, di sospendere i bandi fino alla ricostituzione degli organismi dirigenti e aprire una fase di confronto aperto e costruttivo con tutte le Associazioni per pervenire a soluzioni NON cruente coerenti con le finalità istitutive di un Ente pubblico dedicato alla tutela della natura e non alla caccia o alla vendita per la macellazione degli animali selvatici che lo abitano.”
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