Prima di spiegare i motivi di questo nostro comunicato, ci preme precisare che la nostra Associazione “Terracina Emergenza Abitativa”, si occupa della problematica a 360° poiché la stessa impatta su tutte quelle famiglie che, a causa della scarsissima disponibilità di affitti a lungo termine, si ritrovano a vivere in condizioni precarie perché sfrattate e con disabili ed anziani a carico o perché ospiti presso altre famiglie; di famiglie che vivono condizioni di disagio perché alloggiate in abitazioni non idonee sia per spazio e, quindi, vivono in sovraffollamento che in condizioni di non effettiva abitabilità (auto, garage, ecc.); come anche delle 215 famiglie attualmente in graduatoria per gli alloggi ATER nonché per tutte le persone senza fissa dimora.
Detto ciò e poiché in questi giorni notiamo una particolare attenzione verso questa problematica molto sentita in città, vorremmo anche specificare che NOI NON SIAMO UN SEMPLICE COMITATO PER LE CASE POPOLARI, come ci ha classificato l’amministrazione pertanto, sia quest’ultima che tutte le forze politiche che sono presenti in Consiglio Comunale, dovrebbero prenderne atto ed agire di conseguenza, laddove si renda necessario condividere tutte le iniziative volte a gestire tale emergenza.
Ovviamente, la soluzione della problematica dell’emergenza abitativa ci tocca da vicino ed a questo scopo, sentiamo la necessità di pubblicare questa nota perché desideriamo alcuni chiarimenti, in merito alla nota stampa del 6 dicembre u.s. poiché, alcune dichiarazioni risultano essere discordanti con le informazioni ricevute da una delegazione rappresentativa della nostra associazione da parte dell’assessore alle Politiche Sociali.
Abbiamo avuto modo di leggere una nota stampa relativa ad un Protocollo di intesa, confermato anche dal Sindaco Giannetti, tra l’Amministrazione e la Caritas.
Chiaramente, ogni azione dell’Amministrazione, nonché della politica locale, volta a tutelare le persone più fragili non può che farci piacere ma proprio non comprendiamo quale tipo di intesa possa nascere riguardo all’emergenza abitativa tra l’Ente locale ed una Confraternita che, attraverso una struttura messa a disposizione in comodato d’uso dall’Istituto Don Orione, si occupa solo ed esclusivamente della distribuzione dei pasti alle famiglie in difficoltà ed a basso reddito mediante una mensa cittadina Caritas e che, altro obiettivo sociale oltre a questo non ha, almeno per quanto ci è dato sapere.
Tra l’altro, la struttura del Don Orione, ad oggi, è una realtà che ospita persone senza fissa dimora per cause diverse ed è un piccolo spiraglio di luce per la città.
Siamo altrettanto lieti di sapere che le unità abitative a disposizione e ricadenti nell’Edilizia Residenziale Pubblica (proprietà comunali e dell’ATER), da 1 – come ci era stato comunicato dall’assessore alle politiche sociali – siano salite a 51.
Anche qui, però, non possiamo non porci alcune domande:
1) a cosa è dovuta la crescita della disponibilità di tali alloggi? E’ il frutto del censimento che l’Ente locale ha effettuato in collaborazione con l’ATER Latina?
2) E’ comprensivo, al netto degli alloggi che andranno demoliti all’interno del progetto “Catacombe” e quindi riassegnati agli aventi diritto che li occupavano prima della riqualificazione?
A proposito di questo progetto facciamo presente che le informazioni che ci sono state fornite riguardo alla stesso, ci illustravano una situazione piuttosto incerta per 2 motivi: perché si stava facendo una corsa per farlo partire in modo da non perdere il finanziamento regionale, prossimo a scadere e perchè, sembrano essere sorte questioni legate all’impatto ambientale tanto che potrebbero determinare una riduzione della superficie su cui edificare i lotti.
3) gli alloggi ATER sono liberi e disponibili o da ristrutturare o liberare dalle occupazioni abusive?
4) le tempistiche per poter essere consegnati e, quindi sfoltire la graduatoria attuale, quali sono? Le consegne sono subordinate ai tempi necessari perché le diffide giudiziarie agli occupanti abusivi arrivino ad essere esecutive?
5) sono immobili per i quali l’ATER ha avviato procedure di sfratto?
Dalle dichiarazioni dell’Amministrazione apprendiamo anche che:
1) esistono alloggi di proprietà comunale disponibili per fronteggiare l’emergenza, cosa che non ci è stata prospettata in sede di incontro altrimenti avremmo approfondito l’argomento; ad ogni modo, un eventuale consegna tali abitazioni come verrebbe gestita?
2) gli immobili confiscati alla criminalità organizzata potranno essere destinati all’emergenza. Ben venga anche questo impegno da parte dell’Amministrazione a rivedere la propria posizione ma allora perché, sempre in sede di incontro, ci è stato caldamente consigliato di abbandonare quella strada perché tali immobili avevano una destinazione a scopo sociale, come ad esempio Case Famiglia? Soddisfare una parte dell’emergenza abitativa non è uno scopo sociale?
3) verrà messa a disposizione una “Stazione di posta” creata dalla ristrutturazione di un edificio molto fatiscente, il che fa pensare a tempi biblici come si intende procedere per questo progetto?
Riteniamo che tutte queste domande necessitano di una risposta chiara ed univoca e che l’Amministrazione debba prendere atto che sul territorio esiste la nostra associazione e che questa rappresenta circa 1000 famiglie che si trovano a vivere in situazioni di disagio, anche gravi.
Il nostro auspicio è quello di arrivare ad una collaborazione fattiva e trasparente con l’Ente e con la politica locale, oltre a quello di essere aggiornati quanto prima delle azioni che si intendono intraprendere piuttosto che apprenderle, in modo sommario, dalla stampa.
Associazione “Terracina Emergenza Abitativa”
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