Domenica 4 settembre alle ore 17.30 presso il Santuario diocesano Maria SS.ma del Colle in Lenola si chiuderà il processo informativo diocesano per la causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio, Gabriele Mattei, conosciuto come Deo Gratias, fedele laico, fondatore del Santuario del Colle in Lenola.
La chiusura del processo è stata annunciata dall’Arcivescovo di Gaeta Mons. Luigi Vari, in una lettera ai fedeli dell’Arcidiocesi del 7 luglio. “In questo tempo che tende ad inchiodare ognuno ai propri errori e che si è dimenticato del perdono, in una cultura che da poca fiducia alla possibilità di cambiare, la vita perdonata di Gabriele Mattei è come un sospiro di sollievo e fa nascere nel cuore e sulle labbra il ringraziamento e il ripetere il nome con cui era conosciuto: Deo Gratias”.
Alla sessione pubblica con l’Arcivescovo Vari e gli officiali del Tribunale interverranno il Presidente del Comitato pro beatificazione Mons. Mariano Parisella, il postulatore della Causa Avv. Sabatino De Simone ed il Presidente della Commissione storica Prof. Giovanni Pesiri, che illustreranno i passi fatti nei 15 anni di lavoro che sarà trasmesso in Vaticano al Dicastero per le Cause dei Santi. Ci saranno poi i momenti ufficiali di chiusura del processo con la lettura del verbale da parte del notaio, Dott. Vincenza Ciarlone; il giuramento del postulatore, nominato portatore del processo a Roma; la firma del verbale da parte dell’Arcivescovo e dei membri del tribunale; la chiusura con sigillo dei tre contenitori dei documenti.
Il Servo di Dio Gabriele Mattei nacque a Lenola nel 1579. A 23 anni, nell’anno 1602, mentre è nell’atto di vendicarsi per un’offesa ricevuta, ispirato dalla grazia di Dio e dagli splendori della Vergine Maria, è segnato da un radicale mutamento di vita. Quale segno di questa ritrovata vita si consacra alla missione di costruire una degna “casa” alla Vergine, in cui si stabilirà come “ostiario” dopo un periodo di pellegrinaggio attirando da ogni dove folle di devoti e pellegrini e da cui veniva chiamato con il nome di Deo Gratias
Gabriele Mattei rinuncia ad ogni ricchezza e ambizione terrena, vive l’amore a Dio ed al prossimo con una vita di preghiera e carità espressa nell’accoglienza dei pellegrini. Umile, tenace e paziente soffrì molte prove nelle quali manifestò come la vita della grazia lo aveva effettivamente trasformato da lupo rapace in mite agnello. Nelle controversie coglie sempre ogni spunto utile per addivenire a una conciliazione in nome di Dio.
Quando venne ingiustamente imprigionato, il suo primo pensiero fu di chiedere il permesso di tornare a Lenola per assistere i pellegrini ed anche in punto di morte le sue ultime parole furono di perdono per i suoi assassini. Un profondo desiderio di giustizia ha guidato tutta la sua esistenza vissuta in povertà e semplicità e il lascito delle sue sostanze già in vita al Santuario. Negli ultimi anni affrontò ingiurie, ingiustizie e soprusi nel nome di Dio fino alla morte avvenuta il 3 dicembre 1656 per mano violenta.
Delle virtù del Servo di Dio erano ben consapevoli quelli che lo conobbero, conterranei e pellegrini di ogni ceto e condizione, i quali a lui si rivolgevano per la fede e i buoni consigli che sapeva offrire. Dopo i solenni funerali e la sepoltura in chiesa le cronache attestano che la preghiera al Servo di Dio era così forte e radicata tanto che nel 1768 il Vescovo dovette imporre un interdetto a chiunque tornasse ad aprire il sepolcro del Servo di Dio. La fama di santità e la preghiera al Servo di Dio hanno ispirato le opere di carità che fino al giorno d’oggi sono attive e la grande quantità di segni e guarigioni che gli sono attribuite.
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