Una stella a cinque punte in calce a una sequela di minacce alla classe politica (‘Colpiremo i senatorì), una polvere bianca spuntata dalla busta che ha costretto ad andare in ospedale per precauzione due segretarie. La firma, le Nuove Brigate Rosse e una stella a 5 punte. Destinatario, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Un atto che secondo le prime indagini sarebbe “poco attendibile“, forse opera di un mitomane, ma che non è stato sottovalutato dagli inquirenti, che hanno aperto un fascicolo per ora senza ipotesi di reato. La lettera è arrivata nella tarda mattinata nell’edificio di via Cristoforo Colombo. E’ indirizzata al presidente, ma Zingaretti non è nel palazzo in quel momento. Appena rientrato da una missione a Bruxelles, è a un pranzo fuori dalla sede della Giunta. La busta, come accade nella maggior parte dei casi, viene aperta comunque dall’ufficio della segreteria: ne spunta fuori una lunga lettera scritta a mano, la firma è un marchio inconfondibile, quello della stella a cinque punte delle Brigate rosse. Da quando è sulla scena politica, è la prima volta che all’esponente Pd arriva un simbolo come quello. Ma dalla busta, oltre alla carta, fuoriesce una polverina chiara. Subito qualcuno avverte al cellulare Zingaretti, mentre qualcun altro compone il 112. Arrivano i militari della stazione Garbatella e quelli del nucleo investigativo di via in Selci. Prendono in consegna la lettera per esaminarla. Intanto le due segretarie che l’hanno toccata vengono portate per accertamenti all’ospedale Spallanzani, polo d’eccellenza per le malattie infettive. Anche la polvere bianca sarà esaminata. Nella lettera la sostanza è definita “una miscela di zucchero e veleno“. Il testo è scritto a mano. E’ una lunga requisitoria contro i politici: “Colpiremo i senatori” vi si legge, e anche “Berlusconi ha rischiato“. A Zingaretti e al suo staff è arrivata la solidarietà bipartisan del mondo politico: “Zingaretti – commenta il segretario regionale Pd Enrico Gasbarra – non si farà intimorire, ma non possiamo sottovalutare quanto è accaduto. Dobbiamo tenere alta la guardia contro quei folli che tentano di emulare i cattivi maestri“. “E’ un episodio grave e inquietante – ha commentato il sindaco di Roma Gianni Alemanno – La diversità di idee non deve mai sfociare nella violenza, nell’estremismo e nell’intolleranza“. Anche il rivale di centrosinistra nella corsa al Campidoglio Ignazio Marino ha inviato un messaggio al compagno di partito: “Un gesto assolutamente incomprensibile e intollerabile che deve essere condannato con fermezza da tutte le forze politiche“. Per Zingaretti anche la solidarietà del presidente del Consiglio regionale Daniele Leodori e del vicepresidente Francesco Storace, che l’ha chiamato al telefono. “E’ l’ennesimo allarmante avvertimento – affermano poi i capigruppo Pd alla Camera e al Senato Roberto Speranza e Luigi Zanda – nei confronti di chi opera per il bene delle comunità“.
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