Carissimo Antonio,
lo scenario sul quale stavamo operando soltanto un mese fa circa, è profondamente e repentinamente cambiato: l’uscita dalla pandemia che sembrava prossima, si allunga con segnali ancora non inquietanti, ma seri; l’aggressione all’Ucraina sta provocando una destabilizzazione che solo la guerra può portare con se: lutti, rovine, esodi biblici di profughi ai quali saranno, come per la pandemia, d’aiuto gli enti di prossimità, cioè i Comuni.
Il PNRR, che tante speranze aveva suscitato nel nostro Paese ed in particolare nei Piccoli Comuni delle aree interne e montane, presenta delle criticità che in vista dell’acuirsi dei fenomeni sopra accennati, necessitano un immediato intervento, la cui richiesta deve vedere l’ANCI come protagonista forte e propositiva.
Infatti il bando-lotteria per i borghi ha visto, a fronte delle 1791 domande pervenute, solo 225 comuni finanziabili dalla linea B, 21, quante le Regioni, per la linea A.
L’avviso per la rigenerazione urbana a cui solo in questa fase sono ammessi i Comuni sotto 15.000 (che dovranno comunque aggregarsi) finanzia circa 60 beneficiari.
Il cluster 3 della missione sport e salute, unico avviso aperto anche ai Piccoli Comuni delle tre azioni pubblicate dal dipartimento per lo sport, subordina la partecipazione degli enti all’acquisizione di manifestazioni d’interesse da parte delle federazioni sportive, limitando quindi la platea a circa 43 enti che difficilmente saranno individuati tra i borghi ed i paesi delle aree interne.
Al netto delle attività minori o più generiche, i bandi dedicati alla rigenerazione urbana penalizzano in genere in maniera netta i Piccoli Comuni, che vedranno, da calcoli fatti da esperti, beneficiari di tutte le attività sopra indicate, appena 350 comuni su 5.520, nella migliore delle ipotesi.
Una discrasia evidente con le città medio grandi che per caratteristiche, dotazioni organiche, attitudini amministrative, riescono meglio a drenare risorse.
Registriamo uno stallo nelle riforme, dalla giustizia, al fisco, alla concorrenza, che non va dimenticato sono una precondizione per i finanziamenti; la ministra Lamorgese ha dichiarato che la riforma del TUEL è pronta per andare sul tavolo del governo, ma gli EE LL non la conoscono ed auspichiamo che contenga i provvedimenti più urgenti e se ne rimandi alla prossima legislatura una meditata e profonda riforma; intanto bisogna conoscere quel che si è fatto e contribuire al suo miglioramento.
I famosi 1000 esperti del Ministro Brunetta stanno incontrando delle difficoltà ad intervenire semplicemente perché i Piccoli Comuni non li richiedono, anche perché manca a monte una programmazione che prima della fallimentare legge Delrio era garantita dalle Province e dalle Comunità Montane.
La legge Realacci, la 158/2017, tanto attesa e sbandierata, che poteva essere una grande occasione per interventi diretti senza i meccanismi dei bandi (centinaia di pagine di avviso e decine di FAQ), è stata presso che ignorata.
Insomma, mentre la situazione si complica per questioni epocali, rischiamo di perdere la percezione di quel che c’è da fare in una stagione di investimenti da tutti riconosciuta eccezionale.
Per questi motivi Le chiedo di convocare alla sua presenza (essendo il Coordinatore Castelli impedito a farlo) la Consulta Piccoli Comuni, su questi temi, il suo riassetto funzionale, ed il suo rilancio.
Cordiali saluti.
Lubiana Restaini
Coordinatrice Consulta ANCI Piccoli Comuni
I commenti non sono chiusi.