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Lettera di Fazzone a Zingaretti, il tema? Il ripascimento della costa

scritto da Redazione
Lettera di Fazzone a Zingaretti, il tema? Il ripascimento della costa

Egr. sig. Nicola Zingaretti

Presidente della Regione Lazio

presidente@regione.lazio.it

 

Gentilissimo,

Sono qui a scrivere per richiamare la sua attenzione sul problema dell’erosione, un’autentica piaga delle nostre coste ormai da fin troppo tempo, e soprattutto sulla mancanza di un’azione incisiva in tema di ripascimento.
Purtroppo dobbiamo riscontrare soprattutto negli ultimi sette anni la sostanziale assenza di una programmazione efficace nel fronteggiare un fenomeno che continua a provocare danni ingenti al litorale e quindi di conseguenza all’intera economia del mare laziale.
Siamo davanti ad “un’emergenza gravissima” che ha cancellato interi tratti di costa nei Comuni nel Lazio ed in particolare nel pontino, dove la situazione sta diventando insostenibile sia sotto il profilo della tutela ambientale che in termini di difesa del sistema economico locale.
L’erosione costiera ha raggiunto, in molti tratti del litorale laziale, livelli di grave dissesto e, considerata la rapida evoluzione dei fenomeni di arretramento delle spiagge degli ultimi anni, le prospettive future sono molto preoccupanti.
Sono fin troppo evidenti i riflessi negativi di questo dramma proprio per il settore di punta del nostro territorio, ovvero il turismo, che ricordo ancora una volta, rappresenta il 13% del Pil nazionale e laziale.

Un settore peraltro ulteriormente penalizzato dall’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, tale da provocare una vera e propria paralisi dell’intera filiera con annesso crollo verticale del fatturato per le imprese del nostro Paese e della nostra regione.

Ma relativamente al tema del ripascimento mi preme sottolineare purtroppo l’insufficienza di interventi strutturali da parte dell’amministrazione regionale.

La stagione estiva è entrata a regime e ci troviamo di fronte ad una realtà mortificante per i territori, le popolazioni costiere, strutture ricettive e l’intero indotto turistico.
Il litorale, la costa, sono un patrimonio, ma come tale necessita di interventi, di manutenzione, di investimenti.

Lei sa bene quanto sia fondamentale pianificare le azioni necessarie a garantire in tempi stretti la difesa e la ricostruzione di tutto il litorale laziale attraverso una serie di iniziative finalizzate a ridurre il rischio di erosione, azzerare il pericolo verso il patrimonio pubblico e privato e per la sicurezza dei cittadini, procedendo ad un progressivo ripascimento e definendo interventi periodici e continuativi di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Da tempo immemore numerosi amministratori del litorale avevano segnalato ripetutamente il problema, lanciando un allarme rosso al governo regionale, e rimarcando l’indifferibilità di un intervento strutturale a medio e lungo termine per combattere l’erosione su tutta la costa.

L’allarme sullo stato di salute delle nostre coste, infatti, si trascina da anni tra inadempienze e mancanza di interventi che stanno acuendo i già persistenti danni legati all’erosione, mettendo in ginocchio centinaia di imprese operanti sul litorale laziale.

Imprese che, in particolare nella provincia di Latina, ogni anno devono fare i conti con gli effetti devastanti delle mareggiate e dell’erosione che continuano a sottrarre porzioni importanti di territorio, a distruggere le attività balneari e a mettere in pericolo la sicurezza dei cittadini.
Il mare, privo della barriera naturale che la spiaggia rappresentava, sta inoltre cominciando a scavare le dune creando problemi di sicurezza e di cedimento agli stabilimenti, alle abitazioni e alle strade che costeggiano il litorale.
Creare un argine solido a tale situazione è diventato un obiettivo imprescindibile.
Ad oggi gli embrionali interventi messi in atto sono stati resi vani dalle costanti mareggiate che, soprattutto nel periodo invernale, ma non solo, hanno compromesso la costa laziale e messo in ginocchio le strutture turistiche interessate con tutte le prevedibili conseguenze in campo economico e sociale.

Il turismo balneare è uno dei settori che contribuiscono in modo rilevante al Pil regionale e rappresenta uno dei settori traino dell’economia del Lazio, su cui abbiamo il dovere di investire per garantire lo sviluppo del territorio, favorire l’occupazione e la crescita dei territori.

Non si tratta di soddisfare solo le esigenze di piccole comunità locali, perché stiamo parlando di un fenomeno di vasta portata e riguardante buona parte dei 361 km di costa della nostra regione.

Un problema che chiede non annunci o dichiarazioni di intenti, ma azioni mirate e programmate nel tempo, realizzate sulla base di dati certi, che partendo dalla risoluzione delle emergenze principali possa ampliarsi a ricomprendere lavori duraturi.
A mio parere bisogna recepire la voce di migliaia di imprese, soprattutto di piccole dimensioni, operanti sulla costa, da Minturno al Salto di Fondi, passando per Sabaudia, San Felice Circeo, Latina, Nettuno, Anzio, Ostia, fino a Montalto di Castro, che lottano quotidianamente per la propria sopravvivenza e che alla luce di questa emergenza rischiano di veder andare in fumo l’unica fonte di reddito.
Ma dobbiamo evitare con tutte le forze che, come accaduto in precedenza, siano realizzati interventi a spot che nell’arco di qualche mese si traducono solo in un dispendio inutile di risorse.
Nel passato in effetti si è provveduto ad effettuare singoli interventi di ripascimento, peraltro piuttosto costosi, che tuttavia non hanno modificato la tendenza verso l’assottigliamento di anno in anno delle nostre spiagge.
Le soluzioni ‘tampone’ non sono più sufficienti, comportando peraltro un forte dispendio di risorse economiche, ed ecco perché c’è bisogno semmai di un piano di lungo periodo per salvare il nostro mare attraverso interventi strutturali.
Le azioni di difesa, quindi, devono essere integrate in un piano che deve includere criteri di sviluppo sostenibile e garanzia ambientale, in quanto la conservazione dei litorali sabbiosi ben sviluppati e il contrasto all’erosione costiera rappresentano, in genere, una strategia di tutela e di riduzione del rischio di inondazione dei territori costieri.
Il compito di un’amministrazione regionale è risolvere queste criticità una volta per tutte impedendo che ogni anno, all’apertura della stagione estiva, l’erosione e i danni provocati dalle mareggiate mettano a rischio il settore turistico vitale per i territori costieri, mettendo in pericolo migliaia di posti di lavoro e il futuro di tantissime famiglie.

Sul ripascimento servono quindi soluzioni vere a sostegno di una collettività che chiede sicurezza e sviluppo del proprio territorio.
L’esperienza maturata dimostra che ogni intervento deve essere effettuato sulla base di una programmazione seria, frutto di una visione complessiva del problema.
La difesa delle spiagge va affrontata attraverso l’elaborazione di studi scientifici e in modo organico per tutta la costa laziale
In molte realtà del nostro Paese, come ad esempio in Veneto, si è proceduto alla redazione di un documento tecnico sulla base di studi scientifici, per la caratterizzazione e la valutazione di compatibilità delle sabbie destinate al ripascimento dei litorali, che hanno permesso di approfondire le conoscenze sui valori sito-specifici dei sedimenti della costa.
In quella realtà è stato elaborato un progetto per lo studio ed il monitoraggio della linea di costa proprio per la definizione degli interventi di difesa dei litorali dall’erosione a lungo termine.
La difesa dei litorali va inquadrata nel contesto di un’azione integrata a medio-lungo raggio in cui devono essere considerati gli effetti diretti dell’erosione costiera e dei cambiamenti climatici (innalzamento del livello medio marino, estremizzazione degli eventi meteo-marini, ecc.) e quelli indiretti che riducono in generale la resilienza delle spiagge.

Sarebbe auspicabile effettuare anche nel nostro contesto regionale un monitoraggio della reale situazione in cui versa l’intero litorale laziale da Montalto di Castro fino a Minturno, per definire le criticità esistenti e, mediante una mirata scala di priorità, attuare interventi volti a ridurre il rischio di erosione.
Non va dimenticato che molte regioni italiane hanno diretto le loro azioni verso tipi di difesa “morbida”, trovando nel ripascimento artificiale con sabbie litoranee e/o sottomarine, la soluzione ottimale per la difesa delle spiagge dall’erosione.
Ecco perché è necessario lavorare su un piano straordinario che preveda una programmazione di vasta portata con interventi a medio e lungo termine, tali da produrre risposte durature e risolutive al problema dell’erosione costiera.
Bisogna mettere in atto ogni sforzo affinchè si avvii in tutto il litorale laziale una pianificazione attenta dei lavori da portare in cantiere.

Sono quindi qui a chiederle un cambio di passo deciso su questo tema di vitale importanza per una vasta platea di cittadini laziali attraverso l’elaborazione di un vero e proprio piano ‘Marshall’ straordinario e pluriennale sul ripascimento, in grado di fornire soluzioni definitive al problema erosivo del nostro litorale laziale.
In ballo c’è la sopravvivenza di centinaia di imprese balneari, soprattutto di piccole e medie dimensioni, ancora attive sul nostro litorale e che non meritano di essere abbandonate da un’amministrazione regionale, che, per competenze, mezzi e risorse, è obbligata a trovare delle soluzioni adeguate, perentorie e non improvvisate, per la salvaguardia della costa, dei suoi abitanti e dell’intero indotto turistico.

 

In attesa di un Vostro cortese riscontro e nella speranza di una condivisione delle finalità espresse,

con l’occasione porgo i miei più cordiali saluti.

 

 

 

 

Sen. Claudio Fazzone

 

 

 

 

 

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