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L’interdittiva antimafia per la ICEM a Formia non vale? Qualcuno ci risponda

scritto da Redazione
L’interdittiva antimafia per la ICEM a Formia non vale? Qualcuno ci risponda

Lo scorso Novembre la ICEM, con sede a Minturno, ha ricevuto una interdittiva antimafia dalla prefettura di Latina, in quanto è sospettata di aver avuto rapporti con ditte legate alle cosche di ‘ndrangheta del crotonese.
La stessa ha effettuato interventi in diversi porti italiani, con appalti dall’importante valore economico. Peccato che sia incorsa in una lunga serie di problemi giudiziari.
I primi sono arrivati dalla Procura di Pescara che, nel marzo dello scorso anno, prese ad indagare su Carlo Amato, il socio unico originario di San Cipriano d’Aversa.
L’accusa formulata dalla procura pescarese è stata di turbativa d’asta e ha interessato i lavori di dragaggio del porto.
Più gravi, invece, le ipotesi formulate dai carabinieri di Crotone, che hanno indagato sui lavori che la ICEM ha realizzato nel porto di Le Castella, poco distante da Isola Capo Rizzuto.
La società di Minturno era risultata aggiudicataria di un appalto dal valore di ben 960mila euro.
Le ricostruzioni giornalistiche raccontano che sul cantiere i militari del Nucleo operativo di Crotone avevano osservato e documentato la presenza di società e lavoratori legati alle cosche della zona, che non avrebbe mai potuto avere la certificazione antimafia per aggiudicarsi i contratti d’appalto. Il rapporto venne inviato alla prefettura di Latina, che ha poi predisposto l’interdittiva antimafia nei confronti della società minturnese.
La ICEM si è aggiudicata anche l’appalto per i lavori dell’antico porto di Anzio, ma la regione Lazio, a seguito della comunicazione da parte della Prefettura di Roma della interdittiva antimafia, ha provveduto immediatamente, almeno è quanto riportato da un comunicato stampa proveniente dagli uffici preposti, alla predisposizione degli atti necessari alla rescissione del contratto e alla liquidazione dei costi per le opere già eseguite, così come previsto dalla legge in materia”.
La ICEM è la stessa che si è aggiudicata nella nostra città ben due appalti.
Il primo riguarda la “sistemazione della banchina del porto ed interventi di adeguamento e messa in sicurezza della zona portuale, anche con la creazione di un punto di pronto soccorso” per un importo di 329mila euro (+ IVA) [determinazione dirigenziale n.37 del 22 Dicembre 2009]. Con deliberazione di giunta n.321 del 26 agosto 2011, il dirigente del settore economico viene autorizzato, dalla giunta Michele Forte, a un’anticipazione di cassa di 170mila euro.
Il secondo riguarda “il completamento e ammodernamento della darsena del Porto Caposele che le viene aggiudicato con DTR n.249 del 03 Novembre 2011, a seguito di procedura di scelta del contraente espletata mediante procedura negoziata. L’importo dell’opera è pari a 425mila euro.
Ci domandiamo quali siano stati i provvedimenti presi dagli uffici comunali nei confronti della ICEM.
L’interdittiva antimafia per la ICEM a Formia non vale? Sarebbe utile una risposta, ma d’altronde i palazzo è allergico alle risposte, soprattutto quando a farle siamo noi.
Nemmeno ad altri è andata meglio. Come non sottolineare, a proposito sempre di lotta alla mafia, dell’assenza di riposte plausibili, da parte dell’amministrazione, alla proposta dell’associazione Caponnetto circa l’istituzione dell’Osservatorio comunale della legalità e della lotta alle mafie nella nostra città.
Da parte nostra, in esso, abbiamo riconosciuto l’unico strumento di analisi e di contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel nostro territorio.
Evidentemente altri non la pensano così e continueranno con la politica dello struzzo.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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