L’Italia continua a superare i limiti di inquinamento dell’aria, con lo smog che preoccupa soprattutto nelle grandi città, e il consumo di suolo che galoppa verso livelli mai toccati da 50 anni a questa parte. L’immagine scattata dall’Annuario dei dati ambientali dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) è quella di un Paese a tinte in chiaroscuro. Siamo infatti un paese con il patrimonio naturale fra i più ricchi al mondo, dove però le preoccupazioni si trasformano in delle vere e proprie “emergenze“, dalle bonifiche allo smog, dalla cementificazione alla perdita di natura.
o stato della qualità dell’aria pur presentando “una situazione piuttosto stazionaria” diventa allarmante per le polveri sottili, le Pm10, e per il benzo(a)pirene. Il valore limite giornaliero del Pm10, ritenuto “insoddisfacente“, viene “superato nel 48% delle stazioni di monitoraggio“; l’obiettivo a lungo termine dell’ozono non viene rispettato nel 92% delle stazioni e il valore limite annuale per il biossido di azoto non viene rispettato nel 20% delle stazioni.“Un altro inquinante preoccupante per le accertate proprietà cancerogene è il benzo(a)pirene – spiega l’Ispra – i cui livelli superano il valore obiettivo nel 20% dei casi“. E dopo che per oltre 50 anni si era attestato su una media di 7 metri quadrati al secondo anche il consumo di suolo cresce e “raggiunge gli 8 metri quadrati al secondo“. E’ come se “ogni 5 mesi” venisse “cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli“. Il nostro Paese ha un “territorio tendente” al dissesto idrogeologico, tanto che le frane sono gli eventi che si ripetono con maggiore frequenza: quelle censite sono circa 487.000 (pari al 6,9% del territorio); la popolazione esposta sfiora un milione di abitanti, mentre le persone esposte ad alluvioni superano i 6 milioni.
Per gli esperti dell’Istituto ambientale c’è una “pesante pressione esercitata sull’ambiente dalle attività industriali” fino al punto che “continuano a preoccupare gli effetti negativi sulla salute dell’uomo e sugli ecosistemi causati dalla presenza di sostanze pericolose nel suolo, nel sottosuolo, nei sedimenti e nelle acque sotterranee“. In Italia i siti che continuano a essere contaminati sono 1.749; inizialmente erano 4.837, di cui 3.088 bonificati e riutilizzabili. Al centro-nord sono stati effettuati più interventi, mentre al sud procedono “con notevole lentezza“. Nel 2012 sono stati “rilasciati 13 provvedimenti di Aia: 1 raffineria, 3 centrali termoelettriche e 9 impianti chimici“. Gli impianti vigilati sono passati da 25 nel 2009 a 140 nel 2012, mentre quelli ispezionati da 5 nel 2009 a 76 nel 2012 (quelli con inottemperanze all’Aia sono 19).
Nel 2012 la produzione di rifiuti urbani raggiunge poco meno di 30 milioni di tonnellate, diminuendo del 4,5% rispetto al 2011. Cresce la raccolta differenziata che nel 2012 arriva al 39,9%, anche se nel 2011 il 42,1% dei rifiuti sono stati ancora smaltiti in discarica. La maggior parte dei rifiuti radioattivi in Italia, in termini di attività, si trova in Piemonte (71,6%), mentre in termini di volumi la maggior concentrazione è nel Lazio (29,4%).
La natura Italia è tra le più ricche al mondo; è il Paese europeo con il più alto numero di specie animali (oltre 58.000); le piante superiori sono circa 6.700, il 15,6% delle quali endemiche. Sono ad alto rischio di estinzione oltre il 40% delle specie di pesci, circa il 28% di uccelli e il 15% delle specie di mammiferi.