“Fondi città Europea dello Sport 2023” citano da qualche anno a questa parte, post sui social e articoli di testate locali, quasi a volersi convincere di un’aspirazione ben lontana dalla realtà. “Una sfida con sé stessa prima che con altre località” che, sfortunatamente, la città di Fondi ha già perso in partenza.
A triste riprova del divario che c’è, tra la presunta vocazione sportiva della città e la realtà dei fatti, basti pensare alle condizioni in cui versa la struttura che dovrebbe essere l’eccellenza del settore: il Palazzetto dello Sport.
Sacche di umidità sul pavimento – che compensano i dossi che invece, mancano su alcuni tratti stradali – colonne che trasudano così tanta umidità che si riversano per terra, formando pozzanghere che sembrano Fondi prima della Bonifica.
Per non parlare, infine, dello stato delle pareti esterne: laddove non presentino palesi segni di erosione del tempo, si possono ammirare le oscenità dipinte in acrilico, non tutte frutto di progetti di street-art, ma il risultato del vandalismo che si appropria di un bene collettivo in stato di abbandono, che più che aprire le porte all’aggregazione giovanile – a cui lo sport dovrebbe puntare – pare fare l’occhiolino alla delinquenza, visto lo stile “quartiere Bronx” del posto.
Un ottimo esempio di diversi stili in uno spazio circoscritto, ma che sicuramente, rende la città lontana anni luce dalla osannata città Europea dello Sport, meritevole di tale titolo per l’anno in corso.
Sebbene le città con cui la nostra Fondi contendeva il titolo, probabilmente non siano delle eccellenze per la promozione sportiva, non si può di certo dire che qualche raro evento organizzato qui da noi, possa garantire la continuità ( e la volontà) di promuovere l’aggregazione sociale ed il turismo di settore.
Per Fratelli d’Italia, lo sport, oltre ad essere una potenziale risorsa, rappresenta un momento di edificazione e sviluppo dell’individuo all’interno della collettività. E vedere che la sua struttura principale – che dovrebbe accogliere al suo interno, varie associazioni sportive – è ridotta a poco più di un rudere fatiscente, pone tutta una serie domande, delle quali solo una, può centrare il problema alla base della contraddizione tra i riconoscimenti fatti e la realtà concreta: o vanno messe in discussione le valutazioni dei commissari di Aces Europe, che hanno scelto un Comune che non sa valorizzare le proprie strutture, o va rimessa in discussione la competenza dell’assessore di riferimento e, conseguentemente, la delega di quest’ultimo.
O sicuramente, Fondi è “monoculus rex est in urbe caecorum”?
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