Nell’attesa che il teatro romano torni “restituito simbolicamente alla città”, ci godiamo ancora una volta una passeggiata su piazza “Tasso”, che al di là della grande storia passata della città, testimonia oggi lo stato precario (eufemismo) in cui è precipitato il centro storico alto.
Nell’odierna puntata, però, fermiamo la nostra attenzione sulla “fontanella” pubblica che tanto ci ricorda i tempi del “tlisc” (chi sa comprenderà il termine usato).
La “fontanella” pubblica, del resto, è l’unica cosa che è rimasta intatta nella piazza nel corso degli ultimi decenni.
Sembrerà la lode alla “fontanella” forse un’esagerazione, ma provate a pensare all’arsura che assaliva il giovane ragazzo dopo ore e ore di dissennato correre su e giù per gli antichi vicoli.
Quel “nasone terracinese” posto all’ingresso della piazza delle “cape d’pezza” appariva, improvvisamente, all’intera banda di scalmanati, come una vera e propria oasi in mezzo al deserto di sampietrini infuocati.
Per questo, ora per allora, LODE al “nasone terracinese” di piazza Tasso.
I commenti non sono chiusi.