La comunicazione pubblica su dati oggettivi, ovvero leggendo e analizzando le “carte” di un eventuale provvedimento, anche penale, è percorso imprescindibile e diritto inalienabile del cittadino, ad essere informato correttamente.
Certo è, che dopo ci sono i processi, c’è la difesa dei chiamati in causa, c’è un Pm per l’accusa e un Tribunale che giudica per conferire a tutti la verità processuale.
Entrando nel merito dell’operazione di Polizia del 14 gennaio scorso, forse mai come questa volta il lavoro degli inquirenti non lascia ombra alcuna riguardo ai coinvolti: intercettazioni telefoniche per circa due anni, riscontri cartacei concordanti, con contestazioni precise e testimoni chiave che hanno illuminato, fedelmente, la scena agli inquirenti.
Basterebbe, al di là delle chiacchiere di propaganda e svianti di certa politica a tutti i livelli di responsabilità: cittadina, provinciale ed europea, leggerli quegli “atti” ufficiali emessi dal giudice per le indagini preliminari, dr. Giuseppe Cairo.
Perchè solo leggendoli ci si rende conto della serietà dei fatti contestati.
E’ un faldone di 95 pagine, di cui 44 pagine riguardano la richiesta del Pubblico Ministero e 51 pagine l’ordinanza del GIP, e vi assicuriamo che vi sono condotte ingloriose per i coinvolti e mortificanti per le istituzioni democratiche.
Altro che persecuzione politica!
Altro che risentimento di soggetti e associazioni cittadine “trombati” alle elezioni!
Altro che “rosiconi” perpetui verso chi vince le elezioni da oltre 10 anni a questa parte!
MCT
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