Gas radon, i geologi: è la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo. Lazio e Lombardia le regioni più esposte
Nel corso della conferenza stampa “Radon rischio geologico dalla terra un pericolo invisibile per la salute: quanti lo conoscono?” è emerso che nel Lazio le province con maggiore concentrazione di radon sono Viterbo e Frosinone
Si è svolta oggi, 26 luglio 2018, alle ore 12:00, presso il Senato della Repubblica, la conferenza stampa “Radon rischio geologico dalla terra un pericolo invisibile per la salute: quanti lo conoscono?”, organizzata su iniziativa del Senatore Francesco Bruzzone, in collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Geologi, la quale anticipa la presentazione del Convegno nazionale che avrà luogo il prossimo 26 ottobre. Prendendo in considerazione la Regione Lazio, l’ultimo studio dell’Arpa Lazio ha evidenziato che le province con una maggiore concentrazione di gas radon sono quelle di Viterbo e Frosinone.
Il radon è un gas nobile radioattivo naturale che deriva dal decadimento dell’uranio, si trova in natura in piccole quantità nel suolo e nelle rocce, è incolore, insapore e inodore. “Il Consiglio Nazionale dei Geologi vuole porre l’attenzione su un tema poco trattato dai media ma che dovrebbe essere maggiormente conosciuto poiché l’esposizione della popolazione al radon, presente nell’aria, rappresenta il principale fattore di rischio di tumore polmonare, dopo il fumo da sigaretta”. Lo afferma Vincenzo Giovine, Vice Presidente e Coordinatore della Commissione Ambiente del Consiglio Nazionale dei Geologi intervenendo alla conferenza stampa. L’Istituto Superiore di Sanità ha stimato, infatti, che il 10 per cento dei circa 31.000 casi di tumore ai polmoni che si registrano ogni anno in Italia è attribuibile proprio al radon. “Il CNG, – continua Giovine – già dal 2016, con l’istituzione di un apposito tavolo sul problema radon, ha voluto focalizzare l’attenzione sui rischi, ma soprattutto sulla natura del problema. L’origine tipicamente geologica del radon è data dalle concentrazioni naturali di uranio e radio contenute nelle rocce e nei terreni. Il lavoro svolto dalla Commissione Ambiente del CNG – spiega il Vice Presidente – ha prodotto un documento che sarà inviato alle forze politiche e che sarà ampiamente trattato nell’ambito del Convegno Nazionale di Roma il prossimo 26 ottobre”.
Tale documento fa riferimento alla nuova Direttiva 2013/59/Euratom che prevede l’introduzione di livelli riferimento inferiori a 300 Bq/m3, ossia a quelli indicati dalla normativa italiana per gli ambienti di lavoro, nei quali vige ancora il Decreto legislativo 26/05/00 che stabilisce un limite di 500 Bq/m3. Si tratta di un valore decisamente superiore a quello proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che raccomanda un livello medio di riferimento pari a 100 Bq/m3. Per quanto riguarda invece le abitazioni, in Italia fino ad oggi non esiste ancora una normativa specifica di riferimento.
Alla conferenza stampa hanno partecipato: Francesco Bruzzone, Vice Presidente della 13° Commissione Permanente Territorio, ambiente, beni ambientali; Antonio Federico, Segretario della VIII Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati; Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale; Giancarlo Torri dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e Rossana Cintoli, Direttore tecnico dell’ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambientale del Lazio). L’incontro è stato moderato dal giornalista del Corriere della Sera, Gabriele Dossena.
Inserimento geologi nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco: segnali positivi dall’incontro con Sottosegretario Candiani
“Sono emersi segnali positivi dall’incontro che si è svolto oggi, mercoledì 25 luglio, al Viminale alla presenza del Sottosegretario del Ministero dell’Interno Stefano Candiani, del Capo Dipartimento, Prefetto Bruno Frattasi e del Vice Capo Dipartimento Vicario Ing. Gioacchino Giomi in cui si è parlato dell’inserimento dei geologi nelle funzioni direttive del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco”. Lo affermano Vincenzo Giovine, Vice Presidente e Arcangelo Francesco Violo, Segretario del Consiglio Nazionale dei Geologi. Lo scorso 11 luglio il CNG aveva, infatti, formulato la richiesta di incontrare il senatore Candiani per discutere delle condizioni di accesso alle funzioni direttive del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per i laureati in Scienze Geologiche e sulla questione del mancato riconoscimento delle competenze tecniche degli iscritti agli Ordini Professionali dei Geologi che sono di primario interesse per lo svolgimento dei compiti istituzionali dei Vigili del Fuoco.
“È stato discusso e confermato – spiegano i geologi – l’inserimento anche della figura del geologo nel ruolo ‘tecnico scientifico’ con possibilità di crescita professionale all’interno del Corpo dei Vigili del Fuoco. Durante l’incontro è stata, inoltre, ribadita la valenza e l’apporto conoscitivo che la figura del geologo può aggiungere alle competenze tecniche del Corpo dei Vigili del Fuoco. Questa nuova visione culturale costituisce l’avvio di un processo che porterà, nel prossimo futuro, a un numero via via più numeroso di colleghi, nuove opportunità professionali. Saranno finalmente riconosciute le competenze tecniche degli iscritti agli Ordini Professionali dei geologi che sono fondamentali per lo svolgimento dei compiti istituzionali dei Vigili del Fuoco in situazioni di emergenza di carattere geologico e ambientale. Nel corso dell’incontro di oggi, su iniziativa del Vice Capo Dipartimento Vicario Ing. Gioacchino Giomi, è stata proposta per la prima volta l’istituzione di una convenzione tra CNG e Corpo dei Vigili del Fuoco per raggiungere una maggiore collaborazione su temi di specifica competenza.