Per Aldo Forte e Luciano Ciocchetti questa sarà l’ultima notte da assessori regionali del Lazio. Da domattina l’Udc non farà più parte della giunta di Renata Polverini, e sarà così libera di muoversi per affrontare le prossime sfide politiche, sia in Campidoglio, sia soprattutto in Regione. Dove si voterà, sembra ormai certo, il prossimo 3 febbraio. Il decreto è già pronto, e Polverini potrebbe firmarlo già domani.
Il testo prevede l’indicazione di 50 consiglieri regionali. Non è un fatto secondario: c’é infatti chi resta dell’idea in entrambi gli schieramenti che, sebbene anche il Tar abbia dato il suo assenso, andare a 50 seggi anziché a 70 potrebbe essere fonte di ricorsi su ricorsi. Da qui l’ipotesi che continua a circolare che Polverini, per non firmare un atto dalle conseguenze potenzialmente destabilizzanti, possa far passare i cinque giorni che le sono stati imposti dal Consiglio di Stato martedì scorso e far scattare la surroga del ministro Anna Maria Cancellieri. Intanto domattina la governatrice uscente riceverà sulla scrivania le dimissioni di due ‘colonne’ della sua giunta: “Rimetteremo il mandato nelle mani del presidente” ha annunciato stamane Aldo Forte, assessore al Sociale. E con lui ci sarà anche il vicepresidente Luciano Ciocchetti, assessore all’Urbanistica.
A quanto si apprende da fonti politiche, Polverini per questo ultimo scorcio di legislatura regionale non dovrebbe ridistribuire le deleghe ma mantenerle per sé per l’ordinaria amministrazione. Non c’é stato dunque bisogno dell’annunciato incontro con il segretario centrista Lorenzo Cesa per sancire l’addio: i due si sono sentiti al telefono. A Cesa venerdì scorso era stato dato mandato, nel corso di una riunione con Pierferdinando Casini e i dirigenti laziali, di rappresentare a Polverini “il bisogno di profondo cambiamento e discontinuità“. Dimissioni in extremis molto criticate da sinistra, ma che per il capogruppo Udc in Regione Francesco Carducci sono “un ulteriore segnale di coerenza e serietà“. Ora si attende dunque solo l’ufficialità sulla data del voto.
Scalpita per andare alle urne, oltre al centrosinistra di Nicola Zingaretti, Francesco Storace, che però è per lasciar risolvere la questione del numero dei consiglieri alla Cancellieri: “Se si va a 50 seggi un ricorso di un non eletto ci farà rivotare. Se si indicono 70 seggi potrebbe intervenire la Corte dei conti. Il pasticcio l’ha creato il governo, il governo lo risolva“. Al leader de La Destra l’ufficio politico del suo partito ha offerto la candidatura alla Regione Lazio. L’annuncio ufficiale arriverà probabilmente il 9 dicembre al Teatro Olimpico di Roma: se non ci saranno altre candidature “decenti” dal centrodestra, ha annunciato l’ex ministro, “lanceremo la nostra proposta, non più negoziabile“. Un blitz, quello di Storace, che a qualcuno ricorda quello di Emma Bonino nel 2010, quando la radicale fece breccia nell’incertezza del centrosinistra e fu poi appoggiata dal resto della coalizione. Del resto, i potenziali competitor di Zingaretti non abbondano di certo: oggi Gianni Petrucci, presidente del Coni, ha ammesso di esser stato corteggiato e di aver rifiutato. Nel Pdl è in campo ufficialmente Stefano De Lillo, ma sulle primarie l’incertezza regna ancora sovrana.