“Sono contento di aver letto oggi sui giornali la notizia che la Procura di Roma ha chiesto una rogatoria internazionale per verificare la famosa vicenda dei soldi portati in Argentina. Infatti questa “non-notizia” – era già stata annunciata dai giornali il 10 dicembre – ribadisce un’iniziativa giudiziaria che forse è l’unico modo per impedire definitivamente che questa accusa ridicola continui a rimbalzare sugli organi di informazione, gettando fango sul sottoscritto. Come tutti ormai sanno, visto che è stato pubblicato più volte sui giornali anche in prima pagina, Luca Odevaine, ex vice capo di gabinetto di Walter Veltroni, persona notoriamente di sinistra e indagato per Mafia Capitale, durante una telefonata intercettata avrebbe asserito che io, con il supporto di mio figlio all’epoca sedicenne, avrei fatto quattro viaggi in Argentina per portare ‘valigie di soldi in quel Paese’. Non solo, questa vicenda sarebbe legata, secondo le intercettazioni di Odevaine, ad un furto a casa mia tanto misterioso da non essere stato mai denunciato“. Lo dichiara, in una nota, l’x sindaco di Roma Gianni Alemanno.
“Secondo quanto diffuso dalla Procura di Roma – prosegue la nota – non esistono riscontri a queste affermazioni, ma in compenso ci sono evidenti concrete controprove che, almeno dal punto di vista giornalistico, dovrebbero destituire queste bufale da ogni attendibilità. Sul viaggio in Argentina, infatti, basta consultare il mio passaporto, che è a disposizione di chiunque, per constatare che esiste il visto di un mio solo viaggio in Argentina, dal 2 al 5 gennaio 2012. All’andata non ero in compagnia di mio figlio che era già partito con mia moglie ed altri compagni di viaggio. Il viaggio, brevissimo perché prima di partire avevo voluto presenziare al concerto di Capodanno del Campidoglio, era finalizzato a visitare i ghiacciai della Patagonia, come si vede nella fotografia allegata con tutta la comitiva che ha partecipato al viaggio, tra cui Gaetano Pedullà, direttore de La Notizia che ha già chiarito pubblicamente il carattere totalmente turistico di quel viaggio. Durò pochi giorni perché feci rientro anticipato nella Capitale dopo l’uccisione di padre e figlia cinesi avvenuta a Roma il 4 gennaio 2014. È impossibile pensare a “valigie di soldi” che passavano attraverso i varchi riservati della polizia perché questi varchi funzionano esclusivamente per i viaggi nazionali, mentre su quelli internazionali è impossibile saltare i controlli. Inoltre non si capisce perché avrei dovuto scegliere un paese finanziariamente instabile come l’Argentina per portare del denaro. Per quanto riguarda il furto a casa mia, avvenuto il 15 ottobre 2013, questo, non solo è stato regolarmente denunciato alla Questura di Roma ma è stato pubblicizzato con un’ampia rassegna stampa cartacea e online con 61 articoli in cui si evidenzia anche l’apertura delle indagini da parte della polizia. Domando agli organi di informazione: il polverone su Roma Capitale non è già abbastanza grave e ampio da indurre a non continuare ad utilizzare ossessivamente e ripetutamente anche notizie chiaramente infondate come quella dei soldi in Argentina? Quante altre volte questa storia dovrà essere riproposta per alimentare la fantasia popolare screditando la mia immagine pubblica? L’inchiesta è in corso, io mi sono auto sospeso da incarichi politici e sono ovviamente a disposizione della Magistratura, la spettacolarizzazione dell’inchiesta è avvenuta, ho dato mandato ai miei legali di verificare il contenuto diffamatorio di questa ennesima ondata di fango“.