“La procura ha perso una grande occasione: aveva in mano un reo confesso come Salvatore Buzzi che ha aperto la storia delle corruzioni spiegando come funzionava il mercato degli appalti, come avvenivano le spartizioni dei grandi appalti a livello politico e come erano gestite le questioni con la Pubblica amministrazione”. E’ quanto affermato dall’avvocato Alessandro Diddi, difensore di Salvatore Buzzi, nel corso della sua arringa davanti ai giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma. “La procura aveva a disposizione un Virgilio -ha proseguito Diddi- ma ha preferito fermarsi ad osservare le singole foglie nella foresta. Alla fine la procura si è persa nella foresta, mentre noi oggi vogliamo riscrivere la storia di questo processo”. Buzzi, ha sottolinato il penalista, non è stato creduto dagli inquirenti. “La cosa più straordinaria è che ho dovuto difendere un reo confesso per dire che era credibile. Abbiamo dovuto fare il lavoro della procura”, ha affermato il legale.