“Coratti ci chiese 100mila euro per far approvare la delibera sul debito fuori bilancio a favore per le cooprative.Si trattava di denaro da dare in chiaro. Cinquantamila euro per Coratti e cinquantamila per D’Ausilio. Praticamente era quasi l’1% della delibera da 11milioni di euro”. Così Salvatore Buzzi nel corso dell’udienza del processo Mafia Capitale che si sta svolgendo nell’aula bunker di Rebibbia. Lo stesso Buzzi, in collegamento video dal carcere di Tolmezzo, ha spiegato: “L’accordo corruttivo con Coratti l’abbiamo preso io e Francesco Ferrara”. “Ci siamo rivolti a Coratti perché era presidente del consiglio comunale. Era il nostro riferimento. Ozzimo era assessore alle politiche abitative e non ci seguiva minimamente”. Qualche tempo più tardi, riprende Buzzi, “Mi chiama anche Giansanti, capogruppo della lista Marino, e mi dice ‘e io?’ Si era sparsa al voce dei 100 mila euro”. “L’otto agosto del 2014, mi chiama di nuovo Giansanti -racconta Buzzi- e mi dice che se non do 15mila euro a lui e 15 mila euro al presidente della commissione bilancio Ferrari, la delibera non passa in commissione”. Il denaro per Coratti e D’Ausilio sarebbe uscito in chiaro, ha spiegato Buzzi, mentre quello per Giansanti e Ferrari sarebbe stato in nero. “Alla fine non abbiamo pagato nessuno, perché ci hanno arrestato”, ha concluso Buzzi.