lunedì 25 Novembre 2024,

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Mafia Capitale. Gli sviluppi del processo

scritto da Redazione
Mafia Capitale. Gli sviluppi del processo

MAFIA CAPITALE. STORACE: ZINGARETTI RIPETE BUGIE ANCHE IN TRIBUNALE

“Non si e’ voluto far riprendere dalle telecamere. Nicola Zingaretti tiene troppo alla sua immagine e ha vietato con un secco niet l’accesso delle telecamere alla sua deposizione al processo Mafia capitale. È andata meglio dell’altra volta, quando si avvalse della facolta’ di non rispondere. Sui contenuti, e’ andata peggio, perche’ ha rifilato una serie di incommestibili bugie al tribunale. Ma e’ vietato dargli fastidio, ormai lo sappiamo dal giorno in cui l’opinione
pubblica venne a sapere che era indagato nello stesso momento in cui si annunciava col rullo di tamburi che se ne chiedeva l’archiviazione. Lui puo’. Ad Alemanno lo hanno invece tenuto sulla graticola per due anni prima di far sapere del suo proscioglimento. Zingaretti – Santa Nega – ha giurato e spergiurato che lui con Mafia Capitale non ha avuto nulla a che fare anche se Buzzi lo conosceva e da lui ha ottenuto finanziamenti per le campagne elettorali. Ma in questo caso per i magistrati non e’ reato. Disse si’ alla nostra legge ‘Tagliamani’ proprio per impedire collusioni e affari tra candidati e societa’ cooperative, ma si guarda ben dal far approvare il relativo regolamento (e siamo alla vigilia delle nuove regionali, vostro onore). Il governatore dice di essere arrivato alla Regione Lazio per fare pulizia e liberarla dal malaffare. Non si capisce perche’ nomini nelle Asl, con procedure dubbie, direttori condannati dalla Corte dei conti oppure manager sotto indagine da parte della magistratura. Il signore chiamato dal popolo sovrano a cacciare i mercanti dal tempio regionale non spiega neppure perche’ al di fuori di ogni regola ha occupato come un Alzetta qualsiasi le Ater del Lazio – case popolari – evitando accuratamente di nominare per quattro anni i consigli di amministrazione chiamati al controllo dalla legge. Se e’ cosi’ attento al rispetto delle norme, Zingaretti potrebbe spiegare come tollera appalti affidati per l’edilizia stradale sempre alle stesse ditte sanzionate dall’Autorita’ anticorruzione ma benedette dall’Astral. A queste prime, elementari domande, Zingaretti non risponde mai. In tribunale si accontentano del suo ‘Io non c’entro’, in Consiglio regionale scappa. Ma noi non smetteremo di chiedergli conto dei suoi fatti e misfatti. La regione non e’ cosa sua. Ora emerge anche che proprio Mafia Capitale e’ stata cosca rossa e non nera. Ma il governatore – come su tutto – si volta dall’altra parte per non sentire e soprattutto non parlare. Ma questa storia presto finira’. Si illude se crede di averla fatta franca”. Lo scrive, su Il Giornale d’Italia, Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio.

 

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