“Non perde certo le staffe, Bruno Naso, alla vigilia della sentenza per mafia capitale, prevista per domani. Il celebre penalista difende assieme a sua figlia Ippolita – apprezzata da tutti per le sue qualità professionali – l’imputato più ‘delicato’, Massimo Carminati, per il quale la procura ha chiesto ben 28 anni di reclusione, in un processo in cui non c’è traccia di sangue. Gli abbiamo chiesto quali sono le questioni più importanti emerse in un processo davvero lungo e quali ‘pronostici’ si sente di fare. Nella conversazione con il Giornale d’Italia, Naso dice di non voler confidare nella giustizia, ma ‘piuttosto nell’affermazione del principio di legalità’. E la mafia? ‘Macché. Non c’è associazione di stampo mafioso, che è una forzatura della Procura per reprimere un fenomeno che potremmo definire di banale corruzione, che esiste in molti enti locali e istituzionali'”. Lo scrive, lo riferisce una nota, sulle colonne de Il Giornale d’Italia il presidente del Movimento Nazionale, Francesco Storace Perché, qual è il confine della mafia? Naso non ha dubbi: “La mafia, quella vera, quella seria, non può prescindere da due componenti essenziali, il controllo del territorio da una parte, e la violenza e l’intimidazione dall’altra. A Roma queste caratteristiche irrinunciabili non ci sono. E’ un’invenzione”. Ma il suo assistito, non è certo uno stinco di santo. Qui esce la sicurezza del difensore: “Carminati è stato assolto più volte di quante e’ stato condannato, e sempre in processi durissimi”. E poi va giù duro, su certo “contesto” giudiziario: per Bruno Naso “il processo Pecorelli ha impedito ad Andreotti di diventare capo dello Stato. Come mafia capitale stava per far diventare Grasso presidente della Repubblica”. Ci siamo dovuti accontentare di Virginia Raggi a sindaco di Roma. “O qualcuno intende sostenere – continua – che la banda del benzinaio e’ la mafia?”. E allora perché Carminati? “In questo processo – dice il suo difensore – egli paga un aggio alla sua “fama”. In questa vicenda, ha speculato per guadagnare. Buzzi era introdotto nella cooperazione ma aveva un problema di carenza di denaro. Nelle udienze, del resto, si è parlato molto del famoso furto al caveau del tribunale”. “E per tutto questo chiedono 28 anni di carcere…”. Domani a giudizio sarà anche un detenuto politico – in cella da oltre due anni – come Luca Gramazio. “Ah, Gramazio, afferma Naso, possiamo dire che lui e’ la vera vittima sacrificale di questo processo. In pratica, paga quella debolezza che hanno gli uomini politici di dire sempre di si. Di darsi da fare, magari anche senza concludere. E’ emerso con chiarezza come si sia impegnato su sollecitazioni per il pagamento di somme legittimamente pretese da chi lavorava per la pubblica amministrazione, con tanto di ingiunzioni”. Che succederà domani? “Gramazio potrebbe essere assolto, per Carminati non mi voglio illudere. Perche’ se cade l’accusa di mafia il processo e’ vinto dalle difese. Altrimenti saranno Pignatone e la procura di Roma a festeggiare una vittoria amara perché non reggerà nei successivi gradi di giudizio”. Mors tua, vita mea.