“Se la linea è quella che abbiamo sentito ieri alla Pisana, Zingaretti e soci rischiano davvero di essere arrivati al capolinea. Nell’aula del consiglio regionale, nella discussione seguita alle pesantissime rivelazioni di Buzzi dal supercarcere di Nuoro, abbiamo ascoltato con le nostre orecchie il capo di un’amministrazione negare tutto, persino quello che tutti sanno essere successo“. Così in un comunicato Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra.
“La maggioranza deve comprendere che senza serietà sulla trasparenza non passerà nemmeno uno spillo. L’impressione è che a sinistra si tema più l’eco mediatica di Buzzi che le sue confessioni. E la diffida degli avvocati di Venafro e Cionci, citati da Buzzi, a pubblicare su Il Giornale d’Italia le notizie riportate da La7, è l’esempio tangibile di questa paura. Buzzi ha parlato o no di Zingaretti e dei suoi uomini più fidati? Da me Buzzi si e’ beccato subito una querela per le dichiarazioni rese. Zingaretti si limita a smentire l’esistenza sostenuta da Buzzi di un patto con l’opposizione per la spartizione dei lotti della gara Cup, ma non spiega se sapeva o no che nell’ufficio del suo capo di gabinetto si decidevano con un consigliere regionale- e non certo a nome dell’opposizione, ma caso mai a nome suo e dei suoi sodali- i membri della commissione aggiudicatrice della gara in questione. E usa la mia estraneità ai fatti come certificato per la sua“.
“Zingaretti sostiene di non sapere che l’Autorità anticorruzione di Cantone ha scaraventato la bellezza di 45 osservazioni al bando di gara del ‘nuovo’ appalto Cup, quasi a dimostrare che l’incompetenza – nel migliore dei casi-regna sovrana alla regione Lazio. Non dice nulla, il Presidente, sulle difficoltà dell’opposizione ad accedere agli atti nella ‘casa della trasparenza’, né sembra essersi mai chiesto perché Buzzi versasse fiumi di denaro alla politica in Campidoglio come in Regione, né, ancora, spende una parola sulla questione dell’arresto del direttore generale del Sant’Andrea, ai domiciliari per il racket del caro estinto. Ieri Zingaretti ha preso in giro Consiglieri e pubblica opinione. Chissà se questo atteggiamento di negazione verrà mantenuto anche davanti a eventuali interrogatori dei magistrati. O Zingaretti è certo che nessuno intende interrogarlo- e chissà perché- oppure sta sbagliando completamente linea. Santa Nega non porta mai bene“, conclude Storace.