“La difesa del Pd su Marino e Zingaretti non reggerà“. Lo afferma in una nota Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra. “Il capitombolo in Campidoglio e alla Pisana si avvicina. Oggi pomeriggio – prosegue Storace – Zingaretti dovrà venire in aula e certo faticherà a trovare spiegazioni convincenti su quel che sta accadendo in Regione. Patanè, Venafro, Longo, Agostinelli, Magrini, le dimissioni di Vincenzi da capogruppo: difficile capire che altro debba succedere prima di calare il sipario sulla “Regione che doveva cambiare tutto“. “Immaginazione e realtà non si sono incontrate. Per tentare di salvare la sua esperienza al governo dell’istituzione, Zingaretti non commetta errori. Non imiti Marino – aggiunge Storace su Il Giornale d’Italia – è vero che anche nel centrodestra ci sono stati arrestati e indagati, ma questo non toglie che gli onesti che ci sono – e alzerò la mano – E non accettano di essere paragonati alla mafia solo perché chiedono le dimissioni di chi governa. Non dica che non sono andati soldi a Mafia capitale. I 7 milioni di euro inviati da Magrini a Roma servivano a soddisfare proprio le cooperative. E se i 60 milioni della gara Cup (di cui chiesi l’annullamento con un’interrogazione) non sono stati intascati da Buzzi e soci è solo perché sono arrivati i carabinieri e non per merito della regione. Annunci che sul prossimo appalto da 1 miliardo e 300 milioni per i servizi multitecnologici in sanità, la Regione si fermerà ad approfondire ogni singolo dettaglio. Pur se comprensibile da un punto vista umano, smetta la difesa del suo ex capo di gabinetto, Venafro. Sposti i dirigenti indagati, a partire dalla dottoressa Longo. Oggi, in Aula – conclude Storace – chiederemo anche altro. Ma prepariamoci a votare a ottobre“.