lunedì 25 Novembre 2024,

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Mafia Capitale, Storace: “Sconcerto per 500 anni richiesti”

scritto da Redazione
Mafia Capitale, Storace: “Sconcerto per 500 anni richiesti”

“Si può dire che è un’enormità? Si può affermare che siamo rimasti a bocca aperta? Si può auspicare che il verdetto del tribunale sia animato da maggiore serenità rispetto alle richieste della pubblica accusa? Al processo Mafia capitale si sta per arrivare all’atto finale. Per ora siamo con l’amaro in bocca, con proposte di condanna al di sopra delle quali c’è solo l’ergastolo. Non ci sono morti, ma poco ci manca alla pena capitale. Il rispetto per la magistratura è doveroso, soprattutto quando sommi – e ovviamente parlo per me – ventitré anni di processi e tante assoluzioni. Ma lo sconcerto c’è comunque nel leggere l’entità delle condanne richieste dall’ufficio del pubblico ministero: 28 anni per Massimo Carminati, 26 per Salvatore Buzzi, 22 per Fabrizio Testa, 21 per Franco Panzironi. Senza aver versato una goccia di sangue; colpisce, indubbiamente. Poi, l’incredibile richiesta per Luca Gramazio, che si vorrebbe lasciare in galera per un totale di 19 anni. La domanda vale anche per lui: chi ha ammazzato? Va meglio al compagno Odevaine, che si becca una richiesta di appena due anni e mezzo (oltre a qualche patteggiamento già concordato). È evidente che aver lavorato per la sinistra sembra apparire una nuova attenuante del codice, potremmo dire se fossimo mossi da vena satirica. Per fortuna c’è un giudice a Berlino, e speriamo che quel giorno si trovi a Roma. La giustizia è credibile se non provoca emozioni controverse; e se la sentenza dovesse essere in linea – perlomeno nel giudizio di primo grado – con le richieste dell’accusa davvero in molti ci interrogheremmo sul soddisfacimento o meno dei requisiti alla base di un verdetto di colpevolezza e alle sue conseguenze detentive. Noi non vogliamo certo sottovalutare la gravità del fenomeno corruttivo, che se provato va sanzionato. Ma le pene devono essere sempre commisurate ai reati. E non credo sia facilissimo provare che a Roma ci sia stata tanta di quella mafia da giustificare un totale di cinquecento anni di galera per tutti gli imputati. Probabilmente con quel pizzico di faziosità che ci può essere concessa, siamo scossi soprattutto per Luca Gramazio, che conosciamo fin dall’età più tenera e siamo davvero increduli a vederlo accusato di mafia con tanta pesantezza. Sta scontando la carcerazione preventiva con grande dignità e addirittura non conosce ancora il figlio avuto dalla moglie. Ma davvero intendete restituircelo fra una quindicina d’anni? Nei prossimi giorni parleranno i tanti difensori che affollano l’aula del processo e poi, prima dell’estate, si pronuncerà la Corte. Davvero non vorrei essere nei panni di chi deve giudicare, da domani ancor più soggetto ad una campagna mediatica che sarà fortissima, almeno fino al giorno della sentenza. Certo è che non ci si potrà permettere una valutazione superficiale delle responsabilità e di chi. Ci ostiniamo a credere che si voglia dare al popolo una decisione che sia rispettosa del solo accertamento della verità dei fatti, senza indulgere alle pressioni che saliranno ogni giorno di più dal giustizialismo a comando. Non vogliamo assolutamente vedere due pesi e due misure”. Lo scrive, lo riferisce una nota, su Il Giornale d’Italia, Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio.

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