“Pararsi dietro l’Autorità nazionale Anticorruzione di Cantone non esime il presidente Zingaretti dal fare il suo dovere: il suo capo di Gabinetto, Venafro, è incappato nelle maglie dell’inchiesta Mafia Capitale, la direttrice della Centrale Acquisti della Regione è stata interrogata per ore dai magistrati, e da quel giorno si vocifera – da parte dei consiglieri di maggioranza – di una serie di provvedimenti giudiziari in arrivo tra Regione e Campidoglio. Abbiamo segnalato cose strane, due gare milionarie, e pretendiamo di poter sapere tutto ma, fino a oggi, non abbiamo saputo nulla“. Lo afferma in una nota Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra.
“La prima gara è l’appalto Cup da 60 milioni per il quale corre qualche rischio – e non ne siamo affatto contenti – Maurizio Venafro. E vorremmo vederci chiaro sull’appalto più grande – prosegue Storace – il cosiddetto ‘garone’, oltre un miliardo e duecento milioni diviso in sette lotti, che potrebbe riservare altre curiosità per la magistratura. Si tratta del rinnovo della gara sul servizio multitecnologico per le aziende sanitarie del Lazio, (energia, manutenzione, global service). Quella precedente si svolse con la mia amministrazione nel 2003 e non ebbe problemi di carattere giudiziario. Ora i lotti dai quattro di allora – aggiunge Storace su Il Giornale d’Italia – sono diventati sette e la presunta apertura alle piccole e medie imprese che avrebbe determinato l’estensione del bando è una bufala: bisogna avere alle spalle fatturati per diverse decine e decine di milioni di euro l’anno per poter partecipare alla gara. Chissà se tra i vincitori ci sarà qualche cooperativa. Di fronte alla domanda di chiarezza, vediamo solo tempi lunghissimi: è in corso qualche “mediazione” tra i 17 presentatori di offerte? Occhio agli accordi di cartello. Zingaretti eviti pasticci, metta tutto in rete, si confronti con il Consiglio regionale e smetta di rifugiarsi nell’indifferenza di fronte alle domande dell’opposizione. Si è eletti alla Presidenza della Regione – conclude Storace – non al suo dominio“.