“Mentre in Consiglio regionale si lavora alla legalità, per convincere la maggioranza di centrosinistra ad accettare le nostre proposte destinate a recidere le collusioni finanziarie fra politica e affaristi e, quindi, eliminare l’humus in cui è cresciuta Mafia Capitale, Zingaretti, invece che in Aula, preferisce andare a raccogliere gli applausi fuori dalla Pisana. La seduta di Consiglio di ieri è praticamente saltata per consentire, riunione dopo riunione, di trovare un testo condiviso con la maggioranza sulle nostre proposte per la trasparenza e la legalità. Abbiamo proposto, con la ‘tagliamani’, semplicemente che chi da’ quattrini a un esponente politico regionale non devi partecipare a bandi regionali. Perché si può e si deve finanziare la politica senza pretendere un tornaconto diretto. Il centrosinistra ha posto una condizione: se i soldi alla politica non li devono dare le cooperative allora non li devono dare neanche le società, le associazioni e le fondazioni, fissando un tetto, di 5mila euro, ai contributi. Le coop hanno una legislazione fiscale di vantaggio, ma se per la sinistra il problema è quello accettiamo la sfida. Oggi, vedremo se in Aula il centrosinistra manterrà la parola. È curioso l’atteggiamento di Zingaretti: l’inchiesta Mafia Capitale, decapita il suo gabinetto, ma lui, invece di venire in Consiglio per discutere dell’interrogazione sulla Gara Cup, parlare delle proposte sulla legalità e votare, preferisce andare a Formia, convocando stampa e sindaci, per firmare un protocollo antimafia la cui indifferibilità suona come l’ammissione di un fastidio per il Consiglio regionale. Che cosa sarebbe in grado di garantire ai sindaci pontini sulla trasparenza degli appalti? Il Presidente del Lazio non scappi dal confronto: prima o poi dovrà rispondere a qualche domanda: sulla Gara Cup, sulla Longo, sul mantenimento di dirigenti indagati. Ci ripensi, Zingaretti e venga in aula“. Lo afferma Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra.