“Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini non risultano idonei a sostenere l’accusa in giudizio di cui all’art- 416 bis, con particolare riguardo all’elemento soggettivo del reato, tenuto conto di quanto sopra esposto, in merito al ruolo di partecipe nel reato associativo”. E’ questa, in sintesi, la motivazione con la quale il gip Flavia Costantini ha archiviato la posizione dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in relazione all’ipotesi di una sua partecipazione all’associazione mafiosa denominata Mondo di Mezzo. Nel decreto di archiviazione, pur sottolineando la mancanza di elementi per sostenere l’accusa di associazione di stampo mafioso, afferma come risulti “evidente dalle risultanze investigative che alla base dell’aggiudicazione degli appalti pubblici alle cooperative riconducibili a Salvatore Buzzi vi sia stata la diffusa opera corruttiva, elevata a ‘modus operandi’, e che, proprio con l’elezione di Alemanno a Sindaco di Roma, le stesse avessero moltiplicato il volume d’affari grazie alla ‘ramificazione’ delle ‘conoscenze’ in seno alla pubblica amministrazione”. In una altro passaggio lo stesso gip riporta una conversazione intercettata e finita gli atti in cui Buzzi afferma: “Se vinceva Alemanno ce l’avevamo tutti comprati”. Alemanno, per i reati di corruzione e finanziamento illecito, è tutt’ora a processo davanti ai giudici della seconda sezione penale, proprio in uno dei procedimenti nati dall’inchiesta Mafia Capitale.