“Una nuova determinazione di arroganza Istituzionale travolge il lavoro marittimo: il taglio con il quale l’indennità di malattia passa dal 75% al 60% è un atto che potrebbe rivelarsi pericolosissimo ai fini della tutela della salute dei lavoratori e della salvaguardia della vita umana in mare”.
E’ quanto afferma Almerico Romano, Segretario Nazionale della Ugl mare e porti per il quale, “la malattia per i marittimi non è il ricorso a ‘prolungamenti di ferie’ o il malessere di un momento, ma è prevenzione’: quando una qualsiasi nave lascia gli ormeggi, il lavoratore non ha presidi ospedalieri e solo se ha fatto un responsabile percorso di prevenzione durante i periodi di riposo a casa, potrà affrontare una vita tanto diversa dagli altri lavoratori con una elevata possibilità che non gli accada nulla. Il lavoro marittimo – prosegue Romano – per l’Ugl non potrà mai essere simile alle altre tipologie di lavoro. Il legislatore avrebbe fatto bene a chiedersi, se alcune stili di vita lavorativa non siano pericolosi per la salute di un uomo o di una donna, come ad esempio, stare lontano per svariati mesi costantemente sul posto di lavoro anche quando si dorme, stare in ambienti umidi, vivere in spazi ristrettissimi, essere costantemente sottoposti a vibrazioni ed esposti ad onde elettromagnetiche. Rendere inconveniente il percorso preventivo, – conclude il sindacalista – significa, a parere dell’Ugl, diminuire la salvaguardia della salute dei lavoratori sulle navi”.
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