“I responsabili del settore adesioni del Pdl, Fontana e Biava, si affannano a spiegare, prima ai giornalisti e da ultimo a Giorgia Meloni, che Fiorito sarebbe stato espulso dal 14 settembre scorso, a seguito di una lettera firmata dal segretario Alfano. Sorprende che due autorevoli dirigenti del partito sembrino non conoscerne lo Statuto“. Lo afferma in una nota il deputato del Pdl, Marco Marsilio.
“La perdita della qualità di aderente – aggiunge – viene prevista dall’art. 6 ‘per espulsione a seguito di provvedimento disciplinare’ che va attivato di fronte al Collegio nazionale o regionale dei Probiviri, secondo una procedura nel rispetto delle regole del contraddittorio (art. 42-46), e il provvedimento di espulsione ‘è sempre reso di pubblico dominio’, cosa che sta avvenendo solo di recente e sotto la pressione mediatica“.
“Nessuno ha convocato né il Collegio regionale né quello nazionale, e l’espulsione attraverso una lettera del segretario nazionale è antistatutaria. In queste condizioni – aggiunge – Fiorito potrebbe fare ricorso e persino vincerlo in tutte le sedi di giudizio. Non si capisce per quale ragione non si sia mai attivato il procedimento disciplinare, almeno fino a quando Fiorito era a piede libero e poteva rispondere al contraddittorio. Una sua espulsione plateale ed esemplare è indispensabile per tutelare l’immagine del Pdl e dei suoi militanti onesti“.