“Con l’approvazione del mandato negoziale del Consiglio UE sul regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio, l’Europa continua a non tenere minimamente conto delle specificità dei singoli paesi, imponendo linee comuni che, come in questo caso, rischiano di generare conseguenze sull’intero sistema produttivo e distributivo italiano, con effetti negativi sulle filiere e sui consumatori – commenta Adinolfi – L’Italia ha il 56,6% di raccolta differenziata con una media europea del 48% e sul riciclo degli imballaggi pro capite si attesta al secondo posto in Europa con un tasso del 73,3%, superando di gran lunga l’obiettivo del 70% fissato per il 2030. L’approvazione finale del regolamento vanificherebbe tutti gli sforzi finora fatti da cittadini e amministrazioni locali e metterebbe a rischio certo gli investimenti attivati nel settore delle bioplastiche compostabili e biodegradabili, con tutto ciò che ne consegue anche sul fronte posti di lavoro; settore che ad oggi è considerato un fiore all’occhiello per il nostro Paese e un esempio da seguire per l’Europa tutta. Non va tralasciata, inoltre, l’importanza che gli imballaggi rivestono per i prodotti agricoli e per la salute pubblica: questi, infatti, sono fondamentali per la protezione e conservazione degli alimenti, per l’informazione al consumatore, la tracciabilità e l’igiene dei prodotti, dunque per una loro corretta commercializzazione ed esportazione. Come Lega Gruppo ID – conclude l’eurodeputato – continueremo a batterci ostinatamente in sede di trilogo a tutela di una filiera innovativa come quella dell’agroalimentare, che garantisce occupazione e tutela dell’ambiente, affermando i più avanzati principi dell’economia circolare. La sostenibilità ambientale, che passa anche attraverso l’estensione del ciclo di vita dei prodotti contribuendo a ridurre al minimo i rifiuti, non può e non deve nella maniera più assoluta creare danni ad aziende e consumatori. Piuttosto è doveroso che l’Unione Europea trovi percorsi condivisi che garantiscano equilibrio in questa delicata fase di transizione voluta con il Green Deal, senza forzature estreme su tempi e modalità”.
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