Un agosto esemplificativo di ciò che significa, per certe declinazioni, ovvio non per tutte, la sanità pontina. Il 7 agosto, l’inaugurazione in pompa magna del nuovo reparto di emodinamica all’ospedale civile di Latina “Santa Maria Goretti”. C’erano tutti, dal Direttore Generale della Asl Silvia Cavalli al Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca in giù, compreso il sindaco di Latina, Matilde Celentano e tutto il “parterre de rois” del centrodestra laziale e locale.
Tutti a rivendicare le magnifiche sorti e progressive della sanità latinense, quando, negli stessi giorni, per fare una Tac al Goretti di Latina non era bastante neanche un cero acceso a Nostro Signore. Chiunque si recava al Pronto Soccorso, anche se in condizioni per niente buone, veniva dirottato all’Icot di Latina o al Fiorini di Terracina. Come, ad esempio, nel caso di chi, aggredito la notte prima nelle serate di violenza che sono come il prezzemolo a Latina e provincia, è stato costretto ad alzarsi da un lettino del pronto soccorso del Goretti e, con l’aiuto di parenti preoccupati, giungere dolorante all’Icot, aspettando una mezza giornata in attesa di una Tac al torace.
Situazione drammatica quella della Tac mancante che cozzava irrimediabilmente con una festa della politica – di centrodestra in quel caso, ma il centrosinistra zingarettiano non si faceva mancare niente anch’esso – assolutamente fuori luogo.
Nei giorni “caldi” d’agosto (non per il clima), l’emergenza di personale si è manifestata in tutta la sua forza non solo al Goretti di Latina. Ne è un esempio l’ospedale “Fiorini” di Terracina, in particolare il pronto soccorso, stretto tra la penuria di personale e la richiesta da parte degli utenti/pazienti.
Basti pensare alla delibera firmata lo scorso 11 agosto dal Direttore Generale dell’Asl di Latina Silvia Cavalli. Un atto che prende le mosse dalla Convenzione per il supporto all’attività di Pronto soccorso presso il presidio ospedaliero terracinese “Alfredo Fiorini” intervenuta tra la stessa Asl di Latina e la Croce Rossa dell’ex Presidente Francesco Rocca, attualmente Governatore del Lazio in quota centrodestra.
Una convenzione lampo e ad hoc per una durata di circa un mese, dal 12 agosto al 9 settembre, che prevede una task force di un medico e due infermieri in supporto al pronto soccorso del “Fiorini”: la Croce Rossa garantisce così che le tre risorse operino quotidianamente (7 giorni su 7) per 12 ore consecutive, a copertura della fascia oraria tra le ore 12 e le ore 24, al costo onnicomprensivo di 150 euro lorde all’ora. Inoltre, la stessa convenzione garantisce l’impiego di personale volontario destinato ad attività di orientamento, accoglienza e informatica, medianti turni, sempre nella stessa fascia oraria, al costo di 20 euro lordi all’ora.
Si dirà, non si poteva fare altrimenti. Solo che a leggere al costo per la sanità pubblica si strabuzza un po’ gli occhi: per meno di un mese di lavoro, circa mille euro al giorno. Alla Croce Rossa andranno infatti, in virtù della convenzione con la Asl di Latina, 60mila euro: per l’esattezza 59.160 euro da iscriversi nel bilancio di esercizio 2023 dell’azienda sanitaria locale.
Tanto, poco? A considerare i costi esorbitanti di sanità pubblica, privata e convenzionata, molti non avranno neanche più la fantasia di stupirsi, solo che mille euro al giorno, in effetti, danno la certezza che la politica tutta dovrebbe evitare certe manifestazioni che poco hanno a che vedere con la crisi drammatica in cui versa la sanità laziale.