Si è svolta questa mattina la conferenza stampa indetta dall’intera opposizione consiliare di Minturno, presso la Terrazza Morelli di Scauri. All’oggetto la convenzione stipulata tra il Comune di Minturno e il Consorzio Industriale Sud Pontino per la concessione di un terreno sul quale realizzare un centro di trasferenza e un’isola ecologica. Erano presenti Gerardo Stefanelli, capogruppo di Minturno Cambia; Maurizio Faticoni, Città Nuove; Mimma Nuzzo, capogruppo PD. Assenti giustificati, per motivi di lavoro, Giuseppe Tomao, capogruppo Città Nuove, Raffaele Chianese, capogruppo Udc, e Pino Russo, capogruppo Tradizioni e Valori.
E’ stata analizzata, in particolare, la delibera di giunta comunale n. 263 del 17 Ottobre 2013. Nei loro interventi, i tre consiglieri di opposizione hanno fatto emergere diverse irregolarità.
Il testo unico degli enti locali prevede espressamente le competenze del consiglio comunale: tra queste è espressamente previsto che le acquisizioni al patrimonio comunale, così come le alienazioni, sono approvate dal consiglio. L’iter seguito dall’amministrazione di Minturno è completamente errato, infatti il consiglio avrebbe dovuto approvare la convenzione e dare mandato al sindaco o meglio al dirigente di procedere alla firma della stessa. Nonostante l’amministrazione abbia deciso di avvalersi di una consulenza specialistica, l’ex segretario comunale Francesco Bruno, che percepisce ben 24mila euro annui, non si capisce come mai abbia favorito un tale procedimento.
Il costo del terreno, di circa 6000 mq, che il Consorzio Industriale ha concesso al Comune di Minturno, è di 188mila euro circa: tale prezzo sarà pagato in rate mensili poste a carico del soggetto cui sarà affidata l’isola ecologica; l’entità di tale rateo mensile sarà stabilito successivamente da una convenzione tra il terzo affidatario e il Consorzio. Il problema in questo caso è che il costo dell’affitto dell’isola ecologica dovrebbe essere predeterminato prima di fare la gara di appalto per l’affidamento del servizio di raccolta rifiuti nel Comune di Minturno.
Il costo di affitto dell’isola ecologica è infatti uno degli elementi essenziali per determinare la base d’asta dell’appalto e comunque sarà un costo che inciderà in maniera importante sull’offerta economica che dovranno fare i privati che parteciperanno al bando. Rimandare la determinazione di tale costo ad un momento successivo alla determinazione del vincitore della gara significa creare un elemento di turbativa al corretto svolgimento della gara stessa.
Qualora il terzo affidatario dell’isola ecologica non paghi il rateo mensile sicuramente dovrà intervenire il Comune in quanto il Consorzio vorrà la garanzia del Comune stesso in caso di inadempimento.
La delibera adottata dalla giunta, inoltre, manca del parere contabile che è obbligatorio per legge. E non è finita qui, perché il Comune concede al Consorzio Industriale di essere stazione appaltante per i lavori di realizzazione dell’isola ecologica. Non si capisce quale è la motivazione di tale decisione, posto che il Comune paga il prezzo del terreno (anche se in maniera differita e agevolata) e che le risorse per realizzare l’isola ecologica sono state attribuite al Comune attraverso bandi provinciali. Nella sostanza, l’asserita compartecipazione del Consorzio si realizza esclusivamente nell’espletamento dell’attività amministrativa connesse alla realizzazione dell’appalto per la costruzione dell’isola. Ricordo a tutti che in un caso analogo (vedi l’Ismef con l’ex fabbrica Sieci) il Comune stesso si è sempre riservato di essere stazione appaltante per lavori che riguardano un bene che, seppur nella temporanea disponibilità di un soggetto terzo, è comunque parte del patrimonio comunale.
Vi è, infine, tutta una serie di disposizioni che non rendono chiari i rapporti tra Comune e Consorzio: si dice infatti che il Comune deve garantire verso il Consorzio la regolarità dei lavori. Ma se è il Consorzio stesso che appalta i lavori, il Comune cosa dovrebbe garantire? Viene poi stabilito che il Consorzio approva il progetto fatto dal Comune e non si comprende perché un ente terzo debba approvare un progetto di un’opera comunale fatta su terreno comunale e con soldi attribuiti al Comune.
Dubbi possono essere avanzati anche sulla concedibilità del titolo edilizio necessario a realizzare la stazione di trasferenza: per ottenere il titolo infatti è necessaria la piena disponibilità incondizionata dell’area. Dalla confusione delle disposizioni contenute nella convenzione non si capisce se il Comune abbia o meno questa disponibilità incondizionata.