“I ricorsi delle maggiori compagnie telefoniche contro il Comune di Minturno si sarebbero potuti evitare se l’Ente si fosse dotato di un Piano antenne che individuasse le aree potenzialmente idonee ad ospitare impianti”. Lo dichiara il capogruppo di Minturno Cambia, Gerardo Stefanelli.
“In consiglio comunale – continua – abbiamo approvato soltanto il regolamento, uno step iniziale e propedeutico per la realizzazione di un vero e proprio Piano per l’individuazione delle aree idonee. Senza questo Piano il regolamento ha un’efficacia limitata perché non può esservi un divieto generalizzato ad installare. Il consiglio comunale aveva anche deciso di finanziare gli studi per la redazione del Piano con parte degli incassi per l’installazione su suolo pubblico. Ma da allora tutto è rimasto fermo.
Il Piano è uno strumento necessario per arginare il triste fenomeno delle antenne selvagge sparse sul territorio. Ricordo che solo tra il 2009 e il 2011 sono state autorizzate ben 14 installazioni di antenne di telefonia mobile, molte delle quali ubicate nelle immediate vicinanze di abitazioni e luoghi sensibili.
Anziché fare proclami di intenti, l’amministrazione comunali si occupi di realizzare quanto rientra nelle proprie competenze in maniera concreta al fine di tutelare la salute dei cittadini. Rischiamo che un’antenna enorme venga installate alle spalle del campo sportivo, frequentato da bambini e adolescenti, in una zona densamente popolata e a due passi dal lungomare. Io stesso ho avuto il coraggio di affrontare il problema, opponendomi al progetto, nonostante quel terreno sia di proprietà di un mio elettore. E non venissero a dirci il sindaco e l’assessore all’ambiente che è un problema di soldi predisporre il Piano antenne perché potrebbero essere utilizzati i fondi per il ristoro nucleare, di cui il Comune di Minturno beneficia ampiamente.
Tra l’altro, anche opporsi ai ricorsi presentati al Tar dalle compagnie telefoniche causerà un esborso notevole di soldi pubblici. Si abbia la volontà e il coraggio di affrontare questo problema tutt’altro che secondario per la cittadinanza”.