Marciapiedi inesistenti e dissestati, isole pedonali e spazi pubblici ridotti all’osso, barriere architettoniche di ogni tipo ed una città inaccessibile ai diversamente abili, agli anziani e ai bambini, davvero una vita dura per i pedoni a Terracina. Secondo l’elaborazione fatta da Legambiente, l’estensione pro-capite della superficie stradale pedonalizzata nella nostra città è pari a 0,26 mq/abitante, inferiore alla media delle Piccole Città che è di 0,38 con le migliori che stanno a 0,91, mentre la media su tutte le città capoluogo è di 0,47 mq/abitante. Un ulteriore aggravante è che almeno il 30% della superficie pedonalizzata disponibile effettiva sconta, nella nostra città, l’occupazione da parte di tavoli, sedie e dehors di bar e locali pubblici. Questa città non ha bisogno di noiosi slogan sulla “sostenibilità”, di fumo negli occhi, di Stati Generali della “fuffa”, di mirabolanti progetti irrealizzabili o inutili e di piani messi nel cassetto a marcire. Questa città ha bisogno di concrete azioni e progetti di buon senso che mirano a migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini e dei turisti che la visitano e non servono milioni di euro e non serve scomodare il Recovery Fund per fare questo, come a scusante affermato nell’articolo allegato, ma servono solo idee, priorità chiare e capacità di attuarle. Quando parliamo di Mobilità sostenibile non parliamo di mirabolanti piste ciclabili sospese sulle scogliere, di ascensori proiettati verso il nulla, di improbabili vie d’acqua per raggiugere Borgo Hermada e la Fiora in barca o di camper ammucchiati selvaggiamente al centro della Città, frutto di una visione miope e palesemente inadeguata a gestire la complessità.. Quando parliamo di Mobilità sostenibile, ed è bene che cominciamo a comprenderlo, parliamo di marciapiedi, di piazze e spazi pubblici, di piste ciclabili che collegano le case con gli uffici e le scuole, parliamo di un Piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche, parliamo di garantire trasporti pubblici attrezzati e organizzati per la fruizione di persone a mobilità ridotta, di servizi di mobilità come car e bike sharing, di zone a traffico limitate e zone a velocità ridotta, di riduzione dell’uso della macchina a favore del trasporto pubblico, di aree camper esterne attrezzate e ben collegate con il centro città. Parliamo di salute, di riduzione del carico inquinante delle auto, di cura dei diversamente abili dei bambini e degli anziani. Parliamo della capacità di attuare politiche concrete che sappiano indirizzare progetti di cambiamento della qualità di vita e di organizzarsi per competere per le risorse economiche necessarie per realizzare tutto questo.
I commenti non sono chiusi.