“La Regione Lazio continua ad essere l’ufficio complicazione affari semplici. Alle lungaggini burocratiche che contraddistinguono l’amministrazione guidata da Zingaretti, ora si aggiunge anche l’incapacità di dare una interpretazione autentica delle norme. A dimostrarlo la vicenda che riguarda il cimitero di Monte San Biagio. I loculi sono terminati. L’emergenza è quotidiana ed il Comune ha le mani legate a causa del diniego da parte della Regione Lazio dei lavori di costruzione di nuovi posti. In questo contesto, con l’obiettivo di fare chiarezza, ho presentato su sollecitazione del sindaco Federico Carnevale, una interrogazione urgente a risposta immediata chiedendo a Zingaretti e alla sua giunta quale sia la disposizione che impedisce la costruzione di nuovi loculi, considerato che l’edificazione di nuove strutture si realizzerebbe all’interno dell’area cimiteriale già esistente, non comportando alcun ampliamento. Oggi la situazione è a dir poco drammatica. Alla carenza di posti per i defunti si stanno sommando, infatti, con sempre maggiore prepotenza, ripercussioni sulla pubblica igiene e sulla pubblica utilità nonché la possibilità di un pregiudizio grave ed irreparabile alla salute dei cittadini. La vicenda è nota e si trascina da oltre tre anni senza soluzione di sorta. A fronte di una autorizzazione del Genio civile di Latina datata 2013, gli uffici del Comune avevano richiesto un parere all’Autorità dei bacini per l’edificazione di nuovi loculi all’interno del cimitero sull’Appia. A maggio 2015 l’Autorità negava il permesso, sostenendo che la costruzione delle tombe non rientrava nelle tipologie di interventi consentiti. Secondo l’Autorità, l’edificazione andrebbe, infatti, in violazione del Piano di assetto idrogeologico. Peccato che questo rifiuto si basi su quella che, in modo chiaro ed inequivocabile, è una interpretazione distorta della normativa visto che il Comune non ha richiesto alcun ampliamento ma solo l’autorizzazione alla costruzione di nuovi loculi sulla struttura esistente. L’area cimiteriale, infatti, viene classificata dall’Autorità come a “pericolo di frana molto elevato”, mentre, come dimostrano la cartografia e le perizie legali fornite dal Comune di Monte San Biagio, l’area rientrerebbe in quelle classificate come a “pericolosità molto elevata”. Tipologia, quest’ultima, che consentirebbe interventi su infrastrutture esistenti, sia private che pubbliche o di pubblica utilità. Un errore sostanziale e che sta compromettendo il funzionamento di un servizio indispensabile per la collettività. Un cavillo? Non crediamo. Quanto piuttosto la dimostrazione dell’incapacità di questa Regione di comprendere quanto viene richiesto compromettendo l’erogazione di un servizio fondamentale per i cittadini e soprattutto privando i defunti di adeguata sepoltura. Oggi è inaccettabile che al dramma che si vive per la perdita del proprio caro, si debba anche aggiungere la tragedia di vedere le salme “appoggiate” in modo provvisorio in questa o quella cappella privata o in strutture prefabbricate. Il rispetto, la dignità per i cittadini che rappresentiamo non possono essere oggetto di errate interpretazioni. Per questo attendiamo di conoscere da Zingaretti una risposta chiara e precisa alla quale ci auguriamo preceda un illuminato e serio studio della normativa in materia”.
Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone