“Arriva la conferma di una prova schiacciante rispetto a quello che abbiamo sempre sostenuto. E cioè: se un bene che vale almeno cinque volte tanto tu arrivi a svenderlo, è chiaro che deve esserci un interesse. In questo caso il fatto di voler favorire il cognato”. Così in un’intervista a Il Giornale d’Italia commenta le ultime notizie sulla casa di Montecarlo, Roberto Buonasorte, consigliere regionale del Lazio che con Marco Di Andrea ha sporto denuncia sulla ormai nota vicenda monegasca.
Sono tante le coincidenze anche simboliche, secondo Buonasorte, per cui ormai è dimostrato il nesso tra Tulliani, Fini e l’immobile della contessa Colleoni, che proprio Buonasorte nel 1992 presentò all’attuale presidente della Camera, lasciando ad An il suo patrimonio per la ‘buona battaglia’. Una, terribile, riguarda il recente decesso “di Angelino Rossi, figura storica della destra, uno che ha sempre difeso quelle stesse idee che invece Fini sta ora calpestando. Forse è un segno del destino…”. E ancora, ricorda Buonasorte “Donato Lamorte a suo tempo raccontò di aver visionato l’immobile di Montecarlo e di averlo trovato mal ridotto, per quello si decise per la svendita. Ma è stato poi dimostrato che la Gendarmeria del Principato chiamò addirittura un fabbro per entrare nella famosa casa, laddove evidentemente nessuno era mai entrato” oltre alle carte che testimoniano la presenza di Fini a Montecarlo, negata dallo stesso presidente della Camera, come i “tabulati dell’Hotel Hermitage, proprio dietro la casa famosa. Il 19 dicembre prossimo ci sarà una nuova udienza della causa da noi intentata – ricorda Buonasorte – Mi auguro che a quella data Fini arrivi da ex presidente della Camera, dopo aver chiesto scusa agli italiani e a tutta la comunità di destra”.