“Ormai siamo di fronte ad un vero bollettino di guerra quotidiano dove tra le cause accidentali di mortalità, le morti bianche registrano dati pari ad una strage. ‘Questione di cultura’ come spesso sono state giustificate queste situazioni, fatto sta che a pagare le conseguenze sono sempre i familiari delle vittime. Ciò non toglie che la prevenzione è l’arma migliore per evitare che tale dato continui la sua salita. La Basilicata sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro è stata sempre assente non percependo mai la materia a garanzia dei lavoratori i quali, hanno dovuto pagare sulla pelle in caso di infortunio. Per gli incidenti sul lavoro avvenuti in Italia si può solo dire con immenso e duro rammarico che, l’assenza di una efficace politica sulla sicurezza sul lavoro in questo Paese, porta a nefaste conseguenze”.
Forte è la denuncia di Pino Giordano dell’Ugl Matera per il quale, “le denunce di infortunio con esito mortale presentate all’Inail ad oggi si aggirano a circa 800 e dove gli stessi dati Inail relativi all’anno 2020, collocano la provincia di Matera tra quelle a più alta incidenza di infortuni sul lavoro con esito mortale e di tumori sul totale delle malattie professionali denunciate. L’Ugl supporta, congratulandosi, il proseguimento con costanza e determinazione dell’azione dei Carabinieri in provincia di Matera, quotidianamente impegnati nel capillare controllo del territorio teso a garantire il rispetto della legalità anche sui luoghi di lavoro, dove ancora troppo soventi sono gli scenari di incidenti le cui conseguenze sono rese maggiormente tristi dal fatto che, il più delle volte, risultano corollario del mancato rispetto di normative e procedure di sicurezza. Ma – prosegue Giordano –, per l’Ugl è tempo che il Governo intervenga e lo faccia celermente dove riteniamo che non è più possibile assistere passivamente, alla sequela di incidenti mortali sul lavoro che si registrano ogni giorno in Italia. Alla politica vogliamo rammentare che il triste fenomeno delle ‘morti bianche’ è tema cardine e quotidiano del sindacato Ugl con tantissime iniziative ‘Lavorare per vivere’ in ricordo delle vittime sul lavoro. Si è stufi di una contabilità che certifica le disgrazie che colpiscono i lavoratori ed è indispensabile che questo stillicidio abbia fine poiché, la perdita di una vita umana crea un vuoto incolmabile che colpisce, straziando, l’esistenza di una famiglia e porta il disonore alla società. In un paese dove si lavora non più per migliorare la propria esistenza, ma per la sopravvivenza, è assolutamente inaccettabile morire sul posto di lavoro. Dobbiamo tutti collaborare adoperando politiche di prevenzione intervenendo mediante opportune sinergie tra tutte le componenti cui spetta garantire lo svolgimento in sicurezza dell’attività lavorativa: la tutela della salute dei lavoratori è la vera cifra della civiltà. Nonostante controlli serrati da parte degli enti di vigilanza, ed i noti fatti di cronaca quasi quotidiani, di infortuni gravi suoi luoghi di lavoro, si continua ad assistere ad inosservanze reiterate e che mettono in pericolo l’incolumità degli stessi lavoratori. In questi momenti la rabbia e lo scoramento prendono il sopravvento, perché si pensa ad una famiglia spezzata dal dolore, ad una vita che si è consumata proprio lì, dove con tanta fatica ci si guadagna il pane. E poi si continuano a scrivere messaggi di cordoglio che possano raggiungere i cari di questo o quel lavoratore attraverso l’abbraccio di tutti. E allora finiamola di prenderci ‘in giro’, un imprenditore coscienzioso ‘costringerà’ i suoi dipendenti a rispettare la sicurezza, evitando che leggerezze situazioni valutate male, facciano rischiare la vita. Si pensa sempre che in Basilicata le morti bianche siano abbinate ai cantieri edili, non è così. Fabbriche, campi, luoghi al chiuso o all’aperto sono tutti a rischio se la normativa in materia di sicurezza non viene rispettata. Per l’Ugl – conclude Giordano – servono subito maggiori risorse da destinare alla prevenzione ed alla sicurezza, chiediamo e vogliamo fatti concreti per prevenire ed evitare la tragedia. Si tratta di un’emergenza, chiama in causa Governo, Istituzioni, sindacato, società civile e che richiede una strategia nazionale unitaria: bisogna trasformare l’indignazione in fatti concreti, in investimenti precauzionali e controlli adeguati. Serve cioè un supplemento di responsabilità da parte di tutti, in particolare degli imprenditori tenuti a garantire ai lavoratori condizioni di sicurezza e di tutela della salute”.
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