domenica 24 Novembre 2024,

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Nanga Parbat. Tutto rema contro a Daniele

scritto da Redazione
Nanga Parbat. Tutto rema contro a Daniele

Problemi burocratici, il conflitto fra India e Pakistan, il meteo avverso. Alla fine il via libera per i voli sul Nanga Parbat per cercare Daniele Nardi e Tom Ballard è arrivato, ma ormai è tardi e soprattutto una nube incombe sulla montagna. Gli elicotteri voleranno domani. Tre alpinisti pakistani, tra cui Alì Sadpara, stanno però salendo a piedi e hanno raggiunto campo 2, sul ventaglio glaciale ai piedi dello Sperone Mummery. La tenda che è stata avvistata dall’elicottero ieri proprio da Sadpara è quella di campo 3, all’attacco dello Sperone, a 5.700 metri di quota. L’ultimo contatto telefonico di Daniele con la moglie domenica sera era stato da 6.000 metri, cioè da campo 4. Ma nel sorvolo di ieri quella tenda non è stata vista. Nella mattinata di oggi l’ambasciata d’Italia in Pakistan è riuscita nell’opera di mediazione con l’aeronautica militare per poter ottenere le autorizzazioni al volo. Il conflitto indio-pakistano rende tutto più complesso.

Risolti anche i problemi di denaro: l’agenzia privata Askari, che gestisce in concessione i voli degli elicotteri dell’esercito pakistano, ha richiesto il pagamento anticipato dei 60mila euro necessari per i trasferimenti di personale dal campo base del K2 al campo base del Nanga Parbat. Askari, accetta soltanto pagamenti anticipati e il deposito lasciato dagli alpinisti si è esaurito con le operazioni di ieri. La famiglia di Daniele Nardi si è resa immediatamente disponibile al pagamento dell’intera somma necessaria, ma i tempi tecnici e burocratici hanno di fatto impedito di poterlo fare in poche ore. Per far fronte alla spesa c’è la garanzia dello Stato italiano in attesa dell’iter per ottenere il denaro da parte dell’assicurazione.

Dell’alpinista quarantaduenne di Sezze (Latina) e del suo compagno inglese (figlio della scalatrice inglese Alison Hargreaves, morta nel 1995 sul K2) non si hanno più notizie da domenica scorsa: rapiti da questa “montagna nuda” di 8.125 metri, amata, ma temuta per essere il secondo ottomila (dopo l’Annapurna) per indice di mortalità degli scalatori giunti in vetta. La zona del Campo 3 è stata recentemente bersagliata da insidiose valanghe, come hanno potuto constatare i militari pakistani che l’hanno sorvolata nelle prime ore di oggi con un elicottero, dopo che l’ambasciatore italiano Stefano Pontecorvo aveva ottenuto l’autorizzazione al decollo, nonostante le forti tensioni tra India e Pakistan.

Terzo tentativo di Nardi

Le perlustrazioni sono state coordinate dallo scalatore pakistano Alì Sadpara, che conosce bene la montagna per esservi salito più volte. Le ultime informazioni disponibili di domenica scorsa collocano i due nei pressi del Campo 4, più in alto rispetto al 3 dove avevano piazzato la tenda che è stata individuata. Vi erano arrivati dopo aver attrezzato una parte dello Sperone Mummery, una via mitica e inviolata che era il vero obiettivo della spedizione di Nardi. «Le possibilità di fare lo sperone sono molto buone, di arrivare in vetta sono più scarse», aveva spiegato lo stesso Nardi ad Agostino Da Polenza in un’intervista pubblicata a dicembre su montagna.tv. Nardi ha già tentato tre volte l’impresa, nel 2013, nel 2014 e nel 2015, spedizione durante la quale sono stati raggiunti i 7.830 metri sul Nanga Parbat, stabilendo il record in quell’anno ed aprendo le porte al tentativo di vetta.

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