Bologna, 26 ott. – Un’altra causa del divorzio da Ncd è, si legge nel documento, “la gestione totalmente illegale della commissione per le Adozioni internazionali, che ha visto negli ultimi tre anni crollare il numero dei bambini adottati“. Su tutte queste questioni, fanno sapere Giovanardi e i suoi, “le nostre proteste e le nostre interrogazioni non hanno ottenuto nessun cambiamento di rotta“. Ecco perché i Popolari liberali hanno optato per lo strappo con Angelino Alfano e Ncd, la cui disponibilità “ad accettare qualsiasi forzatura pur di non mettere in discussione la sua partecipazione al Governo, sino a teorizzare un’alleanza strategica con la sinistra” viene giudicata “incomprensibile“. Ncd “ha fallito la sua missione e i suoi obiettivi”. Non usano mezzi termini il senatore Carlo Giovanardi e il resto dei Popolari liberali dell’Emilia-Romagna, vale a dire i coordinatori provinciali di Ncd di Piacenza, Romano Tribi, di Reggio, Emilia Christian Immovilli, di Modena Alessandro Lei, il sindaco di Monzuno Marco Mastacchi, i consiglieri comunali di Modena, Luigia Santoro, e Rimini, Eraldo Giudici, e i presidenti di 31 circoli, che al termine di un’assemblea regionale hanno deciso di lasciare il partito, scrivendo in un documento che “prendono atto del fallimento della missione e degli obiettivi che sono stati alla base della nascita del Nuovo centrodestra, in quanto determinati a contribuire all’affermazione di un centrodestra alternativo alla sinistra, collegato al Partito popolare europeo“.
Diverse le ragioni alla base dello strappo. In primo luogo, Giovanardi e i suoi ricordano che “con il 25% dei voti ottenuti alla elezioni politiche, Pd e Governo vogliono imporre, scavalcando l’Ncd e con i voti del Movimento 5 stelle, il matrimonio gay“.
Nel mirino dei Popolari liberali anche il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, che “sta portando avanti un’insistente campagna per la legalizzazione della cannabis, mentre il professor Giovanni Serpelloni non è stato confermato alla guida del Dipartimento delle Politiche antidroga“. Rimane invece ancora al suo posto alla guida dell’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali), sottolineano gli ormai ex esponenti di Ncd, “il dottor Marco De Giorgi, attivissimo nel tentare di propagandare l’ideologia gender nelle scuole, addirittura in collaborazione con il circolo Mario Mieli, intitolato a un signore che nel suoi scritti inneggiava alla pedofilia e alla pederastia“