venerdì 22 Novembre 2024,

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News dal senatore Fazzone (Fi)

scritto da Redazione
News dal senatore Fazzone (Fi)
FAZZONE (FI): “NON RICADA SUGLI IMPRENDITORI LA RESPONSABILITA’ DEL CONTAGIO: PRESENTERO’ EMENDAMENTO PER CAMBIARE NORMA VERGOGNOSA”
 
“Purtroppo devo constatare che l’articolo 42 del decreto ‘Cura Italia’ rischia di far ricadere, sulle spalle degli imprenditori, le responsabilità civili e penali di ogni lavoratore che abbia contratto il coronavirus. A destare preoccupazione è soprattutto l’effetto dell’art.42 del Cura Italia dove si prevede che l’Inail consideri come infortunio sul lavoro il lavoratore contagiato dal Covid 19. E’ evidente che così com’è scritto il rischio è che ad essere responsabile per i danni causati dal coronavirus sia la singola impresa o attività commerciale e artigianale. Ricordiamoci che quando un infortunio è grave o mortale scatta la responsabilità penale per il datore di lavoro e per l’azienda. 
Si tratta di una norma vergognosa che va immediatamente cambiata. Non posso consentire che vengano commesse nefandezze nei confronti degli imprenditori del nostro Paese, già alle prese con tante problematiche legate alla ripartenza delle attività.
Sono consapevole del fatto che la tutela della salute debba essere sempre messa al primo posto ma non possiamo condannare per decreto le imprese a pagare anche l’imprevedibile.
Questa norma la considero un vero e proprio affronto nei confronti dei datori di lavoro. 
Mi chiedo, come si fa a stabilire se il lavoratore sia stato contagiato sul luogo di lavoro e non fuori? 
Come può un imprenditore assumersi le responsabilità conseguenti, soprattutto quando le imprese rispettano gli standard previsti per il contenimento dell’epidemia?
Ogni imprenditore è consapevole che prima di ogni altra cosa c’è la tutela delle vite umane: e un imprenditore degno di questo nome fa di tutto affinché i luoghi di lavoro siano sicuri, ma occorre anche riconoscere il fatto che sarà impossibile constatare l’esatto luogo e momento in cui verrà contratta la malattia. Il rischio concreto è che a pagare i contenziosi derivanti dal dettato imperfetto della norma siano le imprese, anche se avranno rispettato tutti i dettami per proteggere i lavoratori. Questo ritengo non sia giusto e possibile. 
Per queste ragioni provvederò a depositare un apposito emendamento e sosterrò tutti gli altri emendamenti presentati anche da altre forze politiche che andranno a rimuovere questa norma vergognosa e profondamente ingiusta”.

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FAZZONE (FI): “GOVERNO ENTRI NEL MERITO DELLE LINEE GUIDA INAIL. VANNO CALIBRATE, FATTE PROPRIE DALLE REGIONI E MODIFICATE IN BASE ALLE SPECIFICITA’ DEI TERRITORI”
“Mi auguro che il governo in sede di conferenza Stato-Regioni entri nel merito delle linee guida realizzate dall’Inail, che ritengo debbano essere calibrate, fatte proprie dalla Regioni e modificate in base alle specificità dei diversi territori. Ho inviato in tal senso una richiesta esplicita, attraverso una nota indirizzata al premier Conte e al ministro Boccia.
C’è la necessità di rivedere parametri troppo restrittivi per dare risposte e una speranza concreta a migliaia di operatori che potrebbero decidere di chiudere le loro attività con conseguenze drammatiche per tutto il Paese.
Sul fronte degli stabilimenti balneari, quindi, occorre distinguere le varie realtà a partire dal profilo morfologico. Le coste del Meridione per esempio non sono tutte uguali, ma presentano peculiarità differenti fra le diverse zone delle regioni del sud. In vari contesti del Mezzogiorno d’Italia a differenza di altre realtà della penisola permane il problema cronico dell’erosione della costa.
Ecco perché è necessario per far comprendere come appare estremamente difficile installare più di 4-5 file di ombrelloni in buona parte degli stabilimenti balneari.
Allo stesso modo i ristoranti non possono essere catalogati in un’unica fattispecie. Quattro metri quadrati a disposizione di ogni avventore, tradotto in concreto significa che un locale di 60 metri (che non è certo piccolissimo) potrà ospitare al massimo 15 clienti alla volta. Ma a pagare maggiormente dazio rischiano di essere locali più piccoli collocati in tanti centri storici del nostro Paese. Un ristorante di 25 metri quadri potrà ospitare non più di 5-6 persone. Ugualmente gli stessi centri estetici e per parrucchieri dovrebbero avere trattamenti particolari e specifici, sulla base di parametri diversi a seconda dei contesti regionali e locali.
Questi esercizi non possono alzare le saracinesche, sapendo di poter lavorare al 20-30 per cento delle loro potenzialità, ma avendo spese (in primis concessioni, affitti, tasse, bollette) al 100 per cento. Non è possibile veder fallire un numero impressionante di attività commerciali e nell’arco di poco tempo.
Dunque occorre lasciare alle singole Regioni la possibilità di adeguare contenuto e indicazioni di queste linee guida ai diversi territori e alle specifiche attività”.
Lo dichiara in una nota il senatore di Forza Italia, Claudio Fazzone
In allegato la lettera al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e al ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia
Saluti Cordiali
 

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