Diritto allo studio, presentata proposta di legge su buoni scuola
È stata presentata questa mattina, in commissione Istruzione e diritto allo studio del Consiglio regionale, la proposta di legge “Interventi per garantire la libertà di scelta educativa della famiglia“. Dopo l’illustrazione e la discussione generale, i lavori della commissione sono stati aggiornati a giovedì 28 aprile per lo svolgimento di alcune audizioni sul tema. La proposta di legge interviene sulla normativa regionale in materia di diritto allo studio (legge 29 del 1992). Con un unico articolo si prevede l’introduzione di “buoni scuola” in favore delle famiglie del Lazio per la copertura, totale o parziale, delle spese effettivamente sostenute per l’iscrizione e la frequenza delle istituzioni scolastiche paritarie riconosciute ai sensi della legge 62 del 2000 (Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione).
Ogni anno, sempre secondo la proposta, la Giunta dovrà definire il numero dei “buoni scuola” da mettere a concorso, il relativo importo e le modalità di concessione, tenuto conto del quoziente familiare (legge regionale 32 del 2001) e sentita la commissione competente. Due i criteri generali che vengono proposti:
All’illustrazione del testo – la proposta n. 5 del 2013, sottoscritta da diversi consiglieri di opposizione – è seguita un’ampia discussione. Il dibattito si è incentrato, in particolare, sui temi del diritto alla libertà di scelta educativa, della qualità del sistema scolastico e dell’opportunità o meno di introdurre un sostegno per le famiglie che intendono far frequentare ai propri figli scuole paritarie, in alternativa alle statali. Si è discusso anche della possibilità di tenere conto, nell’ipotizzare un sostegno alle famiglie laziali, del loro reale fabbisogno. Da più parti è emersa, infine, la necessità di affrontare il problema dell’abbandono scolastico.
AGRICOLTURA: AL VIA TRE NUOVI BANDI PER SOSTENERE LA NASCITA DI NUOVE AZIENDE E I GIOVANI
Va avanti l’impegno della Regione per sostenere questo settore in modo concreto. L’obiettivo dei nuovi bandi è proprio quello di favorire l’avviamento aziendale dei giovani agricoltori, gli investimenti nelle aziende agricole, la trasformazione e commercializzazione dei prodotti. Scopri tutte le info
Dalla Regione tre nuovi bandi per sostenere l’agricoltura e lo sviluppo di questo settore. In particolare le misure riguardano:
Già aperto il primo bando. Dal 21 aprile è possibile partecipare al primo bando, quello che riguarda l’avviamento aziendale dei giovani agricoltori. Nelle prossime settimane saranno attivati anche i prossimi bandi.
Vai qui per tutte le info per partecipare al bando sull’avviamento aziendale dei giovani agricoltori.
Un altro impegno mantenuto: si tratta di misure attese da tempo che permetteranno ai beneficiari di cominciare la procedura di richiesta in modalità cartacea. La domanda cartacea consente infatti ai beneficiari il blocco delle date, risolvendo il problema della scadenza; la domanda dovrà poi essere successivamente normalizzata con il caricamento con tutti gli allegati necessari sul sistema telematico di Agea. La Regione, tra le altre cose, ha anche aumentato la dotazione finanziaria a 120 milioni di euro.
L’intervento della Regione su tre punti: dare subito la possibilità di partecipare ai potenziali beneficiari; ottimizzare le modalità di applicazione dei criteri di ingresso ai bandi; inserire regole in merito a costi standard e redditi lordi di grandissima importanza, proponendo un elenco attrezzature con costi standard di riferimento, permettendo al beneficiario di non dover più produrre carte per dimostrare la congruità del prezzo degli acquisti.
Un altro segno tangibile di semplificazione amministrativa .Stessa cosa per le produzioni lorde standard, grazie al modello di business plan. La valutazione costi/ricavi sarà automatica, non ci sarà più la mano dell’uomo ma l’intero processo di valutazione sarà automatizzato, tangibile segno di semplificazione amministrativa.
“Successivamente sempre al confronto avuto con le organizzazioni di categoria, abbiamo promosso a livello regionale con le banche un accordo per utilizzare il business plan per garantire la bancabilità dei progetti – lo ha detto Carlo Hausmann, Assessore Agricoltura, Caccia e Pesca, che ha aggiunto: il nostro impegno da oggi sarà sollecitare Agea insistentemente, perché produca in tempi stretti lo strumento informativo per gestire le domande. In sede di tavolo nazionale Stato-Regioni, insieme alle altre Regioni che si trovano nelle stesse nostre condizioni, abbiamo domandato al Ministro Martina di intervenire il prima possibile per la messa a regime del sistema telematico“.
Policlinico Umberto I, illustrato in commissione atto aziendale
Dai 120 anni di storia del Policlinico allo sblocco di un finanziamento di 240 milioni previsto da una legge del 1998. Dal progetto di ristrutturazione di 17 dei 54 padiglioni per il comfort alberghiero (circa 700 posti letto su 1200 previsti) a interventi su pronto soccorso, blocco operatorio e terapia intensiva. Dalle gare d’appalto per la messa in sicurezza, in arrivo per fine mese e con un accordo con l’Anac, all’attuale proposta di atto aziendale, il primo dal 1999 ad oggi, secondo il management dell’Umberto I di Roma Policlinico. Sono questi, in estrema sintesi, i temi toccati nella relazione ai consiglieri regionali, da parte del direttore generale del Policlinico, Domenico Alessio, convocato stamattina in audizione in commissione Politiche sociali e salute alla Pisana. Consegnati anche tre volumi sulla situazione di partenza (al 2014) su gare d’appalto, politiche del personale e criticità strutturali e impiantistiche.
Tra i dati forniti sulla proposta di atto aziendale, quello sulla riduzione dei centri di costo. L’obiettivo indicato è di arrivare a 99 strutture complesse a carattere sanitario e sei di tipo amministrativo. Cifre che dovranno essere messe a confronto con gli standard fissati dalle linee guida regionali e per le quali è emersa, anche dagli interventi dei consiglieri nel corso dell’audizione, la necessità di una scelta che tenga conto della particolarità dell’Umberto I. Si tratta infatti di una struttura di ricerca, formazione e assistenza ospedaliera che è gestita, proprio per questa sua natura mista, dalla Regione in un complesso rapporto con La Sapienza. In particolare per la ripartizione dei costi. È emerso più volte, nel corso dell’audizione, proprio il richiamo a una distinzione tra i costi di gestione universitari e quelli legati all’assistenza sanitaria, in modo che siano calcolabili in maniera separata rispetto al piano di rientro del deficit sanitario del Lazio.
Ad oggi esiste un protocollo d’intesa per il triennio 2016-2018 firmato il 10 febbraio scorso che è in attesa di essere pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio. Il precedente risale al 2002. I consiglieri di minoranza hanno evidenziato l’assenza all’audizione di oggi dei vertici politici e tecnici della Regione, in particolare del subcommissario del Governo, della cabina di regia regionale e del direttore sanità del Lazio. Presenza richiesta per poter domandare gli orientamenti di governo rispetto alla proposta di piano aziendale in attesa ancora della pubblicazione sul Burl del nuovo protocollo. Sollecitato per queste ragioni il rinvio della seduta. La conclusione dell’iter della proposta di piano aziendale, ritenuto necessario per dare uno statuto organizzativo al Policlinico, ha bisogno di una serie di passaggi tecnici.
Nel corso dell’audizione sono state poste diverse questioni da parte dei consiglieri presenti per approfondire aspetti del piano. In particolare le domande si sono concentrate sulle ricadute della riorganizzazione sulla qualità dei servizi resi ai cittadini. Si è fatto riferimento, tra l’altro, alla disponibilità di posti letto in relazione alla gestione delle emergenze e ai ricoveri ordinari. Richiamata anche l’attenzione sulle prossime gare d’appalto e sulla opportunità di stabilizzare il personale precario e l’eventuale internalizzazione di alcuni servizi.
Assetto istituzionale enti locali, iniziato esame degli emendamenti
La commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale ha iniziato oggi l’esame degli emendamenti alla proposta di legge che riforma gli assetti istituzionali del Lazio (n. 317). In totale le proposte di modifica sono circa 300.
La commissione ha svolto la discussione sull’articolo 1, che riguarda i principi generali, e ha esaminato i primi quattro emendamenti. Ne sono stati approvati due che precisano meglio l’ambito di applicazione della proposta stessa, aggiungendo un riferimento ai principi fondamentali della Costituzione e dello Statuto, e semplificano il testo. Negli interventi è stata messa in evidenza la necessità di arrivare a un testo di legge scritto in maniera più semplice, che doti la capitale di maggiori poteri e che, in generale, sia uno strumento utile per definire in maniera puntuale gli assetti istituzionali e le funzioni degli enti locali.
La commissione è stata, infine, aggiornata a martedì 26 alle 15.30.