SAN CAMILLO, PALOZZI(FI): “A DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE MANCA SCALA ANTINCENDIO”
“E se l’incendio fosse divampato nella struttura che ospita il Dipartimento Materno infantile, Ostetricia e Ginecologia del San Camillo? Chissà in quanti sarebbero morti, visto che non c’è neanche una scala antincendio! In quel padiglione, nel caso di improvviso rogo o altre criticità strutturali, neonati, mamme ricoverate e personale sanitario non avrebbero vie di fuga sicure e tempestive. È necessario, che direzione del San Camillo-Forlanini, Cabina di Regia e presidente Zingaretti diano immediate risposte anche su questo punto. E’ certamente doveroso fare chiarezza sulla tragica morte al reparto di Medicina ma, al contempo, occorre procedere con un attento monitoraggio su tutti i padiglioni del complesso ospedaliero capitolino al fine di verificarne la sicurezza strutturale”. Così, in una nota, il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.
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L’Avv. Giorgio Pellegrino del Movimento Difesa del Cittadino è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Il problema che ha Roma è che da un lato ha un’organizzazione amministrativa simile a un piccolo comune e dall’altro gestisce interessi economici pazzeschi –ha affermato Pellegrino-. Questo fa sì che il sistema di appalti viene gestito senza un controllo e spesso c’è una gestione clientelare degli affidamenti. Alemanno dice che è impossibile governare bene Roma a causa della gelatina della macchina amministrativa, è sicuramente difficile ma la sua è una giustificazione. L’enormità della gestione delle risorse e la grandezza della città fa in modo che non ci siano sentinelle. C’è bisogno di un surplus di trasparenza, da parte dei cittadini e dell’autorità di controllo. La corruttela diffusa di mafia capitale derivava da accordi di vasta scala con ripartizione di pubblici affidamenti. Una ricetta non ce l’ha nessuno, c’è bisogno di gente autorevole che si imponga sulla macchina. Qui invece la macchina amministrativa innesca clientela, come avvenuto in Ama ai tempi di Panzironi. Un giorno prima che entrasse in vigore la legge dell’obbligo dei concorsi, vennero assunte 40 persone tutte persone riconducibili a meccanismi di parentela con il ceto politico. L’attuale presidente dell’Ama dimostra come sia possibile una gestione virtuosa anche di queste strutture. Roma ha un deficit accumulato da anni, se vuoi dare un minimo di servizi decenti ai cittadini devi essere ancor più virtuoso nella gestione. In chiusura del libro Alemanno dice che ha dovuto accontentare le correnti del Pdl. Questa ad esempio è una cosa che non bisogna fare. La scelta che ha fatto Berlusconi di appoggiare Marchini è la prima sensata da quando è in politica. Ma Marchini deve stare attento a non farsi condizionare. Giachetti deve fare i conti con un Pd in cui, come dimostra la Campania, c’è un meccanismo di gestione cinica del potere. Il ceto dirigente è malato perché la sua base non è virtuosa quanto dovrebbe essere”.
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L’On. Domenico Rossi, Sottosegretario alla Difesa, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Il marò Salvatore Girone sarà in Italia durante l’arbitrato. Questa la decisione del Tribunale dell’Aja che ha accolto la richiesta italiana, invitando le parti a concordare le modalità del rientro del fuciliere in patria. “E’ il primo significativo risultato conseguito attraverso l’arbitrato internazionale che terminerà nel momento in cui verrà definito a chi spetta la giurisdizione sul caso –ha commentato Rossi-. La permanenza di Girone in India avrebbe potuto prolungarsi per altri 2-3 anni se non ci fosse stata questa decisione. Questo è un processo che ha già avuto un significativo riconoscimento ad agosto nel momento in cui il Tribunale internazionale del mare ha ordinato all’Italia e all’India di sospendere qualsiasi procedura. Fu un primo passo per indicare che la valenza dell’arbitrato internazionale è al di sopra delle parti. Prendiamo atto che la decisione sul rientro di Girone avviene in un lasso di tempo relativamente breve. Confidiamo come governo in un atteggiamento costruttivo dell’India anche nelle fasi successive, prima delle quali le condizioni del rientro. Se potevamo farlo prima il ricorso al tribunale internazionale? Ogni governo eredita delle situazioni dai precedenti governi. Questa era una situazione difficile da disciplinare. Per un anno abbiamo provato a fare in modo che la controversa potesse essere definita in altri termini, per eliminare i tempi dell’arbitrato internazionale. Quando ci siamo resi conto che era l’unica decisione possibile, siamo andati all’arbitrato internazionale”.
Di tutt’altro avviso l’ex Ministro degli esteri Giulio Terzi, che si dimise proprio a causa del suo dissenso con la posizione dell’allora governo Monti sul caso Marò. “Tengo a sottolineare –ha affermato Terzi a Radio Cusano Campus-, che è una grandissima soddisfazione vedere che Girone sta rientrando in Italia –ha affermato Terzi-. Ma non avrebbe mai dovuto lasciare il suolo nazionale in questi 3 anni, da quando ci fu quella vergognosa decisione il 22 marzo 2013 di rimandarlo in India dopo che il governo, undici giorni prima, aveva deciso di trattenerlo in Italia sino alla decisione arbitrale che era stata avviata in quei giorni. Io dissi di trattenerli e di avviare subito la procedura di arbitrato, non mi ascoltarono. Monti, Letta e, per un anno anche Renzi dicevano che l’arbitrato non si doveva avviare e bisognava trovare una soluzione d’intesa e di contropartite con l’India. Questo era il clima nel quale si muoveva il mondo politico che sosteneva il governo. Poi dalla scorsa primavera c’è stata una crescente massa di richieste dei più noti internazionalisti italiani nei confronti del governo affinchè si avviasse la procedura di arbitrato. Ma per molto tempo si è continuato caparbiamente a non voler avviare la procedura fino al luglio scorso, quando l’India è stata messa alle strette, ha dovuto produrre tutti i documenti pertinenti al caso ed è venuto fuori inequivocabilmente che era tutta una ricostruzione artefatta”.
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Michel Emi Maritato, candidato sindaco di Roma con la lista civica AssoTutela, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito all’incendio avvenuto sabato all’ospedale San Camillo di Roma, in cui ha perso la vita un paziente. Il ministro della salute Lorenzin, dopo un’ispezione, ha affermato che il personale ha agito in modo impeccabile. “Il paziente deceduto era affetto da una patologia di demenza senile –ha spiegato Maritato-. Chiediamo in maniera ufficiale al ministro della salute come mai un degente così era ricoverato in medicina. Questo sarebbe riconducibile al direttore generale e direttore sanitario, ma su molte cose i direttori non hanno voce in capitolo, come ad esempio sui tagli dei posti letto, su cui decidono la Regione Lazio e il Ministero. Se ci fossero state delle assunzioni, gli infermieri in turno sarebbero stati di più e i soccorsi sarebbero stati più celeri. Se ci fossero stati più posti letto, la vittima non sarebbe stata ricoverata in medicina. Questo paziente era stato più volte ripreso perché fumava in camera. Se ci fosse personale di sicurezza questo non accadrebbe. Molto spesso non si trova un riscontro nelle direzioni, perché alcuni direttori sono messi lì dalla politica. Non è il caso del direttore del San Camillo, che si è privato del proprio computer per darlo alla segreteria che non l’aveva. Purtroppo non sono tutti come lui, altri sono pedine della politica che avallano tutto quello che la Regione e il Ministero fanno. La politica comunale non può far nulla, la mia candidatura a sindaco è volta ad una conta interna all’associazione delle preferenze che abbiamo, per poi affrontare la battaglia regionale contro il presidente Zingaretti. Probabilmente il volto di Roma se affidato a certi personaggi non cambierà, noi dobbiamo arrivare a un livello superiore che è quello superiore per dare una svolta alla sanità locale”.
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COTRAL, PALOZZI (FI): “BUS IN FIAMME, PENDOLARI CHE RISCHIANO LA VITA, MA I VERTICI CONTINUANO SOLO A FARE PROMESSE”
“Altri due bus vanno a fuoco, uno a Grottaferrata e l’altro a Segni. Dai vertici dell’azienda regionale nessun “mea culpa”, ma, come al solito, note stampa che raccontano improbabili realtà. Vorremmo ricordare a presidente e ad, infatti, che senza le procedure di acquisto, avviate dalle precedenti gestioni, a quest’ora la Cotral spa nemmeno avrebbe potuto immaginare di immettere su strada 300 nuovi pullman. Di cui, peraltro, a distanza di mesi non si vede neanche l’ombra. A loro dire, dovrebbero arrivare in primavera che, lo ricordiamo noi a loro, dovrebbe finire il 21 giugno. Ce la faranno questi autobus ad andare su strada entro quella data? Perché altrimenti dovremmo prendere atto che l’attuale amministrazione non riesce a dare corso neanche alle cose già avviate da altri. In ultimo, ma non certo per importanza, ci si chiede con quale senso di responsabilità i vertici Cotral continuino a far viaggiare bus che vanno a fuoco. Dobbiamo aspettare che ci scappi il morto? Ma, se corriamo questo rischio, non sarebbe meglio, come è nel loro stile visto che lo già stanno facendo in altre province, sperperare denaro pubblico, pagando società private per il prestito di altri mezzi? E ancora: a che punto sta il contenzioso con la Iveco sulla questione dei bus che prendono fuoco? Con le note stampa questi vertici sembrano riuscire a far volare pure i treni. Ma, quello che si chiede loro, in soldoni, è solo onestà intellettuale nei confronti dei contribuenti/pendolari e maggiore responsabilità nello svolgimento delle loro funzioni, anche e soprattutto quando sono proprio gli stessi contribuenti/pendolari a rischiare la pelle solo per aver preso un autobus”. Così, in una nota, il consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Trasporti, Adriano Palozzi.
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CENTRO STORICO, PALOZZI(FI): “PRIMO MAGGIO DI ABUSIVI A PONTE SANT’ANGELO”
“Ieri è stato il Primo maggio, festa dei lavoratori. E, a ben guardare, soprattutto di quelli abusivi. Nel centro storico di Roma, infatti, ancora una volta non sono mancati i vu cumprà: in particolare a Ponte Sant’Angelo. Quella degli ambulanti illegali è una piaga sociale pericolosa che alimenta sfruttamento e mercato nero, nuoce alla salute economica degli onesti commercianti e, in molti casi, rischia di arricchire la malavita organizzata. Nonostante il vitale operato delle forze dell’ordine, è doveroso che gli organi competenti mettano in campo un piano di controllo che annulli definitivamente un fenomeno sociale, che peraltro offusca l’immagine della Capitale d’Italia”. Così, in una nota, il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.
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