Bimbi tolti ai familiari e «sequestrati» dallo Stato. Interrogazione parlamentare dei senatori Malan e Bonfrisco: rivedere subito il sistema dei servizi sociali.
Il Senatore di Forza Italia Lucio Malan, presidente dell’associazione Rete Sociale, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Il punto che vogliamo sottolineare è che ci sono dei casi in cui i bambini devono essere tutelati rispetto ai loro genitori, perché molti casi vengono effettivamente in famiglia –ha affermato Malan-. Ma a volte il mostro non è in famiglia, è lo Stato, che sottrae i figli ai genitori senza ragione. Quando è lo Stato stesso a restituirli ai genitori, è la certificazione che sono stati fatti danni gravissimi. Senza che sia cambiato nulla vengono restituiti. Al signor Giovanni hanno portato via i figli appena nati e restituiti quando avevano 17 anni. La legge invece prevede che possono essere tolti per 24 mesi prima di decidere se farli tornare o togliere la patria potestà e darli in affidamento. Nel frattempo uno è tossicodipendente e l’altro ha tre condanne a suo carico. Gli erano stati tolti per presunta incapacità dell’uomo di gestirli. Poi si è visto come li ha gestiti lo Stato. Innanzitutto la responsabilità è dei servizi sociali perché una legge scritta male una pubblica autorità può sottrarre i bambini alla famiglia in modi che mi hanno lasciato esterrefatto. Mentre il bambino è scuola lo portano via dai genitori senza dirgli dove vengono portati. Il genitore non viene neanche consultato e quando gli viene tolta la patria potestà ha solo 10 giorni di tempo per fare ricorso, altrimenti non può più farlo. Un bambino è stato sottratto ai genitori dopo essere stato visitato per 15 minuti e giudicato autistico. Gli è stato sottratto per due anni. Questo bambino andava benissimo a scuola, quindi era chiaro che non fosse autistico. Ci sono storie agghiaccianti che fanno pensare ai peggiori metodi dei regimi totalitari e invece li fa la Repubblica Italiana, anche a nome nostro. Fino a prova contraria, i genitori sono meglio dello Stato. Quando si verificano alcune situazioni, è chiaro che devono essere presi provvedimenti. Lo Stato in molti casi ammette di non sapere in quali istituti vengono portati questi bambini. Una madre, giudicata inidonea a gestire la propria bambina, viene portata in una casa famiglia col ricatto. Mentre lei è lì viene messa incinta da uno degli operatori di questa casa famiglia. Così la donna è stata giudicata inidonea a fare la madre per questo motivo. L’operatore è rimasto al suo posto”.
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Il senatore del Pd Felice Casson è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Entra nel vivo la riforma del processo penale con circa 800 emendamenti presentati tra cui quelli che riguardano la prescrizione. Fa discutere la proposta avanzata dai relatori di maggioranza i senatori Felice Casson e Giuseppe Cucca del Pd al Ddl di riforma del processo penale, che prevede lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado. “Le parti più delicate sono quelle che riguardano la prescrizione e le intercettazioni –ha spiegato Casson-. La prescrizione è un istituto giuridico che è determinato dall’esigenza punitiva dello Stato e però questa esigenza punitiva sorge quando lo Stato sa che un delitto è stato commesso. Ad esempio, un morto di amianto di 10 anni fa che viene segnalato oggi alla Procura della Repubblica oggi, per questa morte non si può neanche cominciare l’indagine perché il reato sarebbe già prescritto. Soprattutto, dopo che è stata concretizzata questa esigenza punitiva dello Stato, quando si arriva alla sentenza di 1° grado non ha più senso che continui a decorrere la prescrizione e quindi si porrebbe il limite finale. Sono proposte tutte e due fortemente innovative, però vogliono essere un contributo a questo dibattito. Ci sono molte proposte confuse in campo, chiediamo un po’ di chiarezza. Interrompere la prescrizione dopo la condanna in 1° grado è per logica collegata al concetto di prescrizione. Se lo Stato dimostra di avere un interesse a perseguire un imputato, la prescrizione non avrebbe più senso logico e giuridico. Allo stesso tempo bisogna tutelare l’esigenza del cittadino di non essere sottoposto a processi eterni”.
Il M5S ha affermato di essere pronto a votare la proposta. “Emendamenti analoghi sono stati presentati dal M5S e da alcuni senatori del gruppo misto, oltre che da un gruppo di senatori del Pd –ha sottolineato Casson-. Questo significa che il dibattito è aperto e bisognerà fare un discorso di contenuto e di merito. Stessa cosa anche sul tema delle intercettazioni”.
La posizione di Ncd e Verdini. “Dall’inizio di questa legislatura sui temi della giustizia ci sono sempre state spaccature all’interno della maggioranza e del governo –ha affermato Casson-. Noi del centrosinistra ci siamo sempre trovati in contrasto con i vari gruppi e partiti del centrodestra. E’ scontato che ci siano discussioni molto forti, bisognerà trovare punti d’incontro. Non possiamo escludere in partenza una scelta piuttosto che un’altra. Mi risulta che Verdini non sia nella maggioranza formalmente. Fa parte della maggioranza il Nuovo Centro Destra e con loro si discuterà, non c’è alcuna preclusione”.
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