La seduta del Consiglio regionale del Lazio, oggi presieduto dal vicepresidente Francesco Storace, ha approvato, con alcuni emendamenti, i primi sei dei 36 articoli della proposta di legge regionale n. 210, contenente disposizioni a sostegno dell’editoria nel Lazio e riguardanti l’organizzazione delle attività di informazione e comunicazione istituzionali. Per la Giunta è intervenuto l’assessore per i rapporti con il Consiglio regionale, Mauro Buschini (Pd).
Numerosi gli emendamenti proposti da Davide Barillari (M5s), la maggior parte dei quali respinti, alcuni approvati. Nel corso della seduta sono intervenuti Marta Bonafoni (SI – Sel) e Emanuele Giuseppe Cangemi (Cuoritaliani) a favore dell’articolato così come nato in commissione e per evidenziare gli emendamenti a scopo ostruzionistico del M5s. Con l’approvazione dei primi sei articoli sono stati stabiliti oggetto (art. 1), finalità (art. 2), interventi (articoli 3 e 4), beneficiari (art.5) e strumenti di intervento (art.6) della legge che tratta una materia che non veniva riformata, almeno a livello regionale, da circa 18 anni.
Con il nuovo testo la Regione Lazio, nell’ambito delle proprie competenze, intende promuovere e sostenere il pluralismo, la libertà, l’indipendenza e la completezza di informazione nel territorio regionale, quale presupposto della partecipazione democratica dei cittadini, mediante iniziative di qualificazione e valorizzazione delle attività di informazione e di comunicazione regionali.
La Regione, in collaborazione con gli enti locali e nel rispetto dei principi di sussidiarietà, trasparenza e differenziazione, persegue finalità dirette a favorire il processo di innovazione organizzativa e tecnologica, il sostegno all’editoria, alle emittenti radiofoniche, televisive agenzie di stampa. La promozione di piattaforme open source che adottino sistemi aperti di archiviazione e di pubblicazione che consentano la massima fruibilità e accessibilità pubblica dell’informazione in tutte le sue forme. Nell’articolato vengono specificati gli interventi per il sostegno all’editoria, alle emittenze televisive e radiofoniche, come alla distribuzione locale e ai punti vendita della stampa quotidiana e periodica.
La discussione sull’articolato è stata interrotta dall’intervento del capogruppo del Pd, Massimiliano Valeriani, appena giunta la notizia del No del sindaco di Roma, Virginia Raggi, alle Olimpiadi di Roma 2024. Unanime il dissenso espresso da maggioranza e opposizione di centrodestra verso la scelta del sindaco del Movimento 5 stelle.
Invece, il consigliere Gianluca Perilli (M5s) ha ricordato che già durante la presidenza di Mario Monti si parlava dell’inopportunità economica della candidatura di Roma come sede delle Olimpiadi e come sia coerente la posizione del sindaco Raggi con quella dichiarata nella campagna elettorale che ha portato alla propria elezione alla carica di sindaco di Roma.
La seduta è stata aggiornata a mercoledì prossimo, 28 settembre. I lavori inizieranno alle 10 con il question time. Proseguiranno con l’esame dell’articolato della pl 210.
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La commissione Politiche sociali e salute del Consiglio regionale del Lazio ha espresso parere favorevole a maggioranza sulle nomine di Antonio D’Urso a nuovo direttore generale degli Istituti fisioterapici ospedalieri (Ifo) e di Marta Branca allo Spallanzani. D’Urso, 54 anni, dal 2014 ricopriva lo stesso incarico al San Camillo, in precedenza aveva diretto le Asl di Lucca e Prato. Branca, 48 anni, è stata fino ad oggi commissaria straordinaria di Ifo e Spallanzani, in precedenza era stata direttrice amministrativa del Policlinico Umberto I e del San Filippo Neri.
Il voto in commissione è arrivato dopo un lungo dibattito nel corso del quale le opposizioni hanno più volte chiesto chiarimenti sulla nomina di D’Urso. Antonello Aurigemma (FI),Francesco Storace (La Destra) e Pietro Sbardella (Gruppo Misto) hanno domandato se D’Urso avesse i requisiti previsti dal decreto ministeriale 70, che dal 18 settembre disciplina le nomine dei direttori. Inoltre hanno espresso un giudizio molto critico su questi due anni di gestione del San Camillo. Secondo Aurigemma, in particolare, questa nomina è “una cambiale elettorale che Zingaretti deve pagare”. Davide Barillari (M5s), da parte sua, ha affermato che non ci sono elementi per poter giudicare l’operato di D’Urso, né per capire i motivi della scelta. Critico anche Fabio De Lillo (Cuoritaliani), soprattutto “sul silenzio della maggioranza”.
A queste obiezioni ha replicato Alessio D’Amato, responsabile della cabina di regia della sanità regionale, secondo il quale “D’Urso è in possesso dei requisiti previsti dal decreto 70. I risultati nella gestione del San Camillo sono positivi anche se si poteva fare di più. Abbiamo ritenuto che all’Ifo ci fosse bisogno di un profilo professione più “medico” che gestionale”.
Per quanto riguarda Marta Branca, D’Amato ha spiegato che il programma della Regione prevedeva l’unificazione di Ifo e Spallanzani, ma su questo percorso c’è stata l’opposizione del governo, perché le norme vietano l’unificazione di tre istituti (gli ifo derivano a loro volta dalla fusione di Regina Elena e San Gallicano). Da qui la scelta di affidare l’istituto per le malattie infettiva a Branca.
Sulla seconda votazione, proprio quella che ha riguardato il direttore generale dello Spallanzani, va registrata la dichiarazione di Storace che non ha partecipato per protestare contro “la violazione dell’articolo 27 del regolamento”. Il consigliere aveva, infatti, richiesto la presenza di Zingaretti, nella veste di firmatario dei decreti di nomina, ma il presidente della commissione, Rodolfo Lena, ha risposto che tale eventualità deve essere richiesta dall’intera commissione e non da un singolo consigliere.
In apertura della seduta Aurigemma aveva chiesto chiarimenti sulla chiusura di 13 posti di primo soccorso. D’Amato ha assicurato che non ci sarà nessuna chiusura ma una riorganizzazione secondo le norme nazionali.
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La commissione Cultura e spettacolo – presieduta da Cristian Carrara, poi sostituito dalla vicepresidente Daniela Bianchi – ha espresso parere favorevole a maggioranza e con osservazioni sullo schema di delibera di Giunta relativo alle modalità e procedure per l’iscrizione all’albo regionale delle bande musicali e dei gruppi corali, coreutici e teatrali amatoriali, nonché sui criteri e procedure per l’assegnazione e l’erogazione dei benefici. Astenuti i consiglieri del Movimento 5 Stelle Gaia Pernarella e Gianluca Perilli. Presente ai lavori l’assessore alla cultura Lidia Ravera.
Secondo quanto prevede lo schema di delibera – che torna ora in Giunta per l’approvazione definitiva – possono essere iscritti all’albo i soggetti senza fini di lucro che operano all’interno del territorio regionale e sono costituiti con atto pubblico o scrittura privata registrata da almeno un anno rispetto alla data di presentazione della domanda. Devono svolgere prevalentemente attività relative alla sezione per cui si chiede l’iscrizione e si richiede l’assenza di attività partitiche o iniziative politiche. L’iscrizione all’albo costituisce condizione indispensabile per accedere ai benefici. I criteri di valutazione delle domande e di concessione dei contributi dovranno mirare a valorizzare, in particolare, la qualità dei programmi, la presenza della componente giovanile e le iniziative promosse nelle scuole e a favorire le attività svolte in zone svantaggiate e finalizzate alla promozione umana e all’integrazione sociale.
Numerose le osservazioni accolte dalla commissione. Tra di esse, una a firma del presidente Carrara che suggerisce di inserire tra i requisiti per l’ammissione all’albo anche “il riferimento a parametri che permettano di valutare la congruità del movimento d’affari sviluppato dai richiedenti con la natura no profit richiesta” e una del consigliere Giancarlo Righini (FdI), oggi illustrata dal consigliere Pietro Sbardella (Misto), che chiede di inserire tra i requisiti anche l’aspetto “dello svolgimento dell’attività esclusiva nel campo della cultura e della crescita culturale attestato dallo statuto e/o atto costitutivo”, con esclusione delle associazioni sportive dilettantistiche o iscritte negli albi sportivi. Altre osservazioni, una del presidente Carrara e una dei consiglieri Pernarella e Perilli, intervengono invece sui requisiti specifici richiesti per ciascuna delle quattro sezioni in cui si articola il bando (bande musicali, gruppi corali, gruppi coreutici e gruppi teatrali). Un ultimo gruppo di osservazioni – una a firma del consigliere Righini e tre presentate dai consiglieri Pernarella e Perilli – suggerisce infine modifiche ai criteri e alle procedure per l’assegnazione dei benefici.
Nel corso della seduta di questo pomeriggio è stato avviato anche l’esame delle osservazioni presentate al secondo schema di delibera attualmente all’esame della commissione. Si tratta del documento che disciplina le modalità e le procedure per l’iscrizione all’albo regionale dei festival del folklore, nonché i criteri per la sua tenuta, revisione e aggiornamento. In particolare sono state accolte due osservazioni presentate dal consigliere Gian Paolo Manzella (Pd), che suggeriscono modifiche rispetto alle finalità dell’albo e alla definizione dei festival di rappresentazione degli spettacoli di danza e musica folkloristica che possono richiedere l’iscrizione.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri Michele Baldi (Lista Zi ngaretti), Rosa Giancola (Pd), Eugenio Patanè (Pd), Baldassare Favara (Pd) e Cristiana Avenali (Pd).