La clausola prevede che con la sottoscrizione dell’accordo la struttura accetta espressamente completamente e incondizionatamente il contenuto dei provvedimenti e rinuncia alle azioni e impugnazioni già intraprese avverso i suddetti provvedimenti ovvero ai contenziosi instaurabili contro provvedimenti già adottati conosciuti o conoscibili. Alcuni operatori dopo aver firmato avevano presentato comunque ricorso.
La sentenza del Consiglio di Stato nel chiudere la vicenda e apportare chiarezza, costituisce inoltre un passaggio storico perché elimina uno dei maggiori fattori di incertezza che da sempre pesavano sulla gestione della sanità del Lazio. Una vera e propria svolta per il mondo del lavoro.
Un punto riferimento per tante famiglie con figli o parenti in condizioni di grave disabilità che in questi anni si sono trovate spesso in una situazione di incertezza e di timore. L’accreditamento del Cem mette fine a un’annosa vicenda e risolve definitivamente i problemi della struttura, mettendola in condizione di lavorare in modo sereno e continuativo a vantaggio dei pazienti e delle loro famiglie.
Un percorso di collaborazione nuovo che ha l’obiettivo di migliorare ancora di più i servizi offerti:
• dopo l’accreditamento si sta già lavorando in un’ottica di qualità ed efficienza, come dimostra la nuova offerta multispecialistica dell’ambulatorio;
• i pazienti che si rivolgono al Cem sono inseriti in un percorso di presa in carico del sistema sanitario regionale, che si occupa dei loro bisogni nelle diverse fasi.
“Siamo contenti di aver risolto un altro grande tema, quello del Cem, che alcuni anni fa sembrava impossibile risolvere per problemi burocratici, amministrativi, di sede –parole del presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: a queste famiglie possiamo dire che le cose sono cambiate e sono migliorate e non devono più avere paura che i loro servizi vengano messi in discussione perché quando si dice che stiamo risolvendo i problemi significa anche cose molte concrete. Quella del Cem e quella di Salvamamme sono due storie che potevano finire male e invece stanno andando nel migliore dei modi”- ha detto ancora Zingaretti.
Un esempio positivo. La Regione, tra l’altro, ha scelto di sostenere ancora il terzo settore e le realtà del sociale, con la nuova edizione del Bando Povertà, rivolto, appunto, a organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative e imprese sociali, fondazioni, istituti di patronato e assistenza sociale, enti religiosi. Il finanziamento regionale previsto potrà andare da 30mila fino a 150mila euro a progetto.
Il nuovo bando povertà, da tre milioni di euro, nasce per combattere le povertà estreme e dare una mano a chi si trova in una condizione di gravissima marginalità sociale. Sei le categorie di servizi ammesse al bando: distribuzione di pacchi viveri e indumenti, mense sociali, servizi di emporio e banchi alimentari e farmaceutici, centri di ascolto e di pronto intervento sociali, unità mobili di strada, servizi di accoglienza notturna o diurna.
I Progetti di inclusione sociale destinati a soggetti del Terzo settore per la realizzazione di progetti di presa in carico, orientamento e accompagnamento, per percorsi individuali di inclusione sociale attiva di giovani senza lavoro, giovani con disabilità, donne vittime di violenza e detenuti a fine pena con un investimento triennale di 24 milioni nell’ambito del POR FSE 2014-2020. Si stima che a beneficiarne saranno tra le 2.000 e le 2.500 persone in particolari condizioni di vulnerabilità e fragilità sociale.
L’avviso pubblico è suddiviso in tre annualità: i primi 9,6 milioni saranno messi a bando subito (il termine per la presentazione delle proposte è il 15 febbraio 2017), altri 9,6 milioni verranno messi a disposizione nel 2018 (la finestra di presentazione dei progetti andrà dal 19 febbraio al 9 marzo 2018) mentre i rimanenti 4,8 milioni andranno a bando tra il 18 febbraio e l’11 marzo 2019. Ciascun progetto presentato da soggetti del Terzo settore potrà avere un importo massimo di 250mila euro.
“Questo è un luogo meraviglioso di Roma, dove centinaia di volontari aiutano migliaia di famiglie in difficoltà per non far percepire loro la solitudine – lo ha detto il presidente Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: siamo orgogliosi da anni di aver dato una mano ad aiutare questa esperienza. Continueremo a farlo”.
Un’opportunità importante per le imprese interessate ad una nuova alternativa produttiva e uno strumento importante per nuove tecniche di depurazione ambientale e per la bioedilizia. Con una copertura finanziaria di 600mila euro ripartite in due annualità, la legge dimostra la particolare attenzione della Regione alle importanti ricadute che il quadro normativo potrà generare sul territorio e sul mondo agricolo
La legge sull’uso della canapa a scopo industriale ed alimentare approvata dal Consiglio regionale mette in campo una serie di misure finalizzate ad incoraggiare il ritorno a quella che è stata per lunghi anni una attività diffusa e molto redditizia in campo agricolo ed industriale. Tanti gli usi: coltivazione e impiego in ambito alimentare, zootecnico, edilizio, cosmetico, tessile, energetico, farmaceutico, agronomico e fitodepurativo. Il tutto, chiaramente, avrà chiaramente effetti positivi anche per quanto riguarda lo sviluppo agricolo e il lavoro.
Un primo esempio e un modello da esportare all’insieme delle attività da offrire alle persone, e a maggior ragione in una fascia di età particolarmente esposta e anche più fragile dal punto di vista della interlocuzione con gli operatori e con i servizi.
“Semplificare è uno dei modi di restituire efficienza alla struttura pubblica, un nostro imperativo e una chiave di lettura per i nostri servizi- parole di Vincenzo Panella, direttore generale della Direzione Salute e Politiche sociali della Regione, che ha aggiunto: semplificare significa evitare ripetizioni inutili. Nel caso di cui stiamo parlando- ha spiegato il direttore- vuol dire non dover ricorrere a doppie o triple ripetizioni di visite. In generale significa non dover ripetere un accertamento, non dover fare diversi passaggi dal medico di base, al Cup, al servizio, poi di nuovo al medico di base, alla cassa ticket. Insomma vuol dire offrire un unico sportello un’unica interfaccia tra il servizio e l’utente”- ha detto ancora Panella.