REGIONI, VIA LIBERA A RIPARTO FONDO SANITARIO DA 111 MLD
Via delle regioni all’accordo sul riparto del fondo sanitario 2016 che vale circa 111 miliardi di euro. L’accordo è arrivato all’unanimità’.
SANITÀ, BONACCINI: ORA REVISIONE CRITERI RIPARTO E PIANO MOBILITÀ
“Non mi piace dire ‘il governo deve fare’. Tocca alle regioni prima valutare cosa proporre e questo lo faremo da subito: revisione dei criteri (per il riparto del fondo sanitario, ndr) e richiesta di un piano nazionale per la mobilità sanitaria“. Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini a conclusione della riunione dei presidenti, parlando del lavoro commissionato oggi alla commissione Salute della stessa conferenza delle regioni, che è quella che coordina il lavoro di tutti gli assessori della sanità d’Italia.
“Il 25 febbraio – ha aggiunto Bonaccini – verrò con una proposta di sostituzione dell’attuale presidente della commissione, poiché oggi la regione Emilia Romagna è già rappresentata da me alla presidenza. Intanto oggi abbiamo dato mandato alla commissione di lavorare su una possibile revisione dei criteri del riparto e su proposte per un piano della mobilità sanitaria, perché su questo ci sono squilibri“.
REGIONI, BONACCINI: ACCORDO STORICO SU RIPARTO FONDO SANITARIO
“Il fatto di poter dire al governo che c’è l’unanimità sul riparto del fondo sanitario è un fatto assolutamente non scontato e al quale pochi credevano, un risultato storico“. Così il presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, ha commentato l’accordo trovato dalle regioni sul riparto del fondo sanitario. “Ora per porte a casa il riparto bisogna che il Parlamento approvi la richiesta di emendamento, dovrebbe entrare nel Milleproroghe, e mi auguro che questo avvenga. Comunque sarebbe un risultato storico averlo approvato a febbraio all’unanimità. Si tratta di poter fare meglio la programmazione, all’inizio dell’anno e non alla fine. Un segnale molto positivo” ha spiegato ancora il presidente Stefano Bonaccini.
Quote rosa nei consigli regionali, la Camera dà l’ok definitivo
Dalle prossime elezioni almeno il 40 per cento dei consiglieri regionali dovranno essere donne. Lo prevede la legge sulle quote rosa nei consigli regionali definitivamente approvata dall’Aula della Camera con 334 sì, 91 no e 21 astenuti. Contro hanno votato Lega, M5S e Ala; Fdi e Conservatori e riformisti si sono astenuti. Oggi le percentuali ‘rosa’ sono molto più basse, con il caso clamoroso della Basilicata che non ha nemmeno una donna consigliere.
In particolare sono tre le fattispecie previste dal testo approvato a Montecitorio in via definitiva. Ove la legge elettorale preveda le preferenze, allora «in ciascuna lista» i candidati di un sesso non devono essere più del 60% del totale. Inoltre deve essere «consentita l’espressione di almeno due preferenze, di cui una riservata a un candidato di sesso diverso, pena l’annullamento delle preferenze successive alla prima» Se invece ci sono le liste bloccate, la legge elettorale regionali dovrà disporre «l’alternanza tra candidati di sesso diverso, in modo tale che i candidati di un sesso non eccedano il 60 per cento del totale». Infine se ci sono «i collegi uninominali, la legge elettorale regionale deve disporre «l’equilibrio tra candidature presentate col medesimo simbolo in modo tale che i candidati di un sesso non eccedano il 60 per cento del totale».
Ad oggi, in materia la situazione in Italia è abbastanza frastagliata anche se complessivamente arretrata (tutti i consiglieri regionali italiani sono 897 di cui solo 159 donne, il 17,7%). Se alcune Regioni del centro-nord hanno percentuali accettabili di donne che siedono nei Consigli (Emilia Romagna 34,7%, Toscana 27,5%, Piemonte 26%, Veneto 22%), quelle del Sud hanno percentuali da emirato arabo: Basilicata 0%, Calabria 3,3% Abruzzo 3,4% Sardegna 6,8%, ecc) con l’esclusione della Campania che si attesta al 22%.
FRUIT LOGISTICA 2016: LA REGIONE PARTECIPA ALLA PIÙ GRANDE FIERA INTERNAZIONALE DELL’ORTOFRUTTA
Anche quest’anno la Regione è presente a Fruit Logistica, la più grande fiera internazionale dedicata al settore dell’ortofrutta, in programma a Berlino dal 3 al 5 febbraio 2016. Con oltre 2.700 espositori e 65.000 visitatori provenienti da tutti i continenti, la rassegna rappresenta un’occasione molto importante per promuovere il sistema imprenditoriale e agricolo del Lazio
La Regione Lazio partecipa a Fruit Logistica, la più grande fiera internazionale dedicata al settore dell’ortofrutta, in programma a Berlino dal 3 al 5 febbraio 2016. Anche quest’anno la Regione è presente come Sistema Agroalimentare del Lazio, insieme ad Arsial, Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura, al CAR, Centro Agroalimentare di Roma, al MOF, Mercato Ortofrutticolo di Fondi, e a 5 importanti Organizzazioni di Produttori-
Una panoramica completa di prodotti e servizi ortofrutticoli. Con oltre 2.700 espositori e 65.000 visitatori provenienti da tutti i continenti, la rassegna rappresenta un’occasione molto importante per promuovere il sistema imprenditoriale e agricolo del Lazio.
Al Fruit Logistica la Regione Lazio vuole consolidare la forza della filiera ortofrutticola, dalla produzione al commercio, alla distribuzione e ai servizi legati all’ortofrutta, per far crescere un comparto che da solo rappresenta il 33,3% della PLV (Produzione Lorda Vendibile) agricola regionale.
Durante le giornate fieristiche, le OP del Lazio potranno esporre ai buyers internazionali i prodotti ortofrutticoli di eccellenza di prima e quarta gamma, cogliendo le opportunità di incrementare i rapporti commerciali con i mercati, anche extraeuropei.
Va avanti così l’impegno per favorire la crescita della filiera e per l’internazionalizzazione delle imprese come azioni chiave individuate, sin da subito, per dare opportunità economiche agli imprenditori agricoli e offrire garanzie di qualità e sicurezza ai consumatori.
Concluso esame legge controversie sanità e servizi pubblici
Il Consiglio regionale del Lazio ha concluso l’esame della proposta di legge sulla conciliazione nelle controversie sanitarie e in materia di servizi pubblici. Il vicepresidente Francesco Storace ha aggiornato la seduta alle ore 11 del 10 febbraio, dopo aver constatato la mancanza del numero legale. Approvato l’intero articolato della normativa di iniziativa della giunta regionale, che aveva ottenuto parere favorevole all’unanimità dalla commissione Politiche sociali e Salute il 2 ottobre scorso. Mercoledì prossimo è attesa la votazione finale sul provvedimento.
La proposta prevede, tra l’altro, di istituire una camera di conciliazione regionale. A questo organismo spetterà il compito di comporre in via stragiudiziale le controversie fra i cittadini e i soggetti erogatori di servizi pubblici regionali che riguardano il mancato rispetto degli standard di qualità previsti. In questa categoria rientra anche la responsabilità medico-professionale, nonché l’erogazione di prestazioni sanitarie da parte di Asl e ospedali, escluse le liti di particolare complessità e comunque quelle di valore superiore a 50 mila euro. La normativa sarà applicabile inoltre ad altri settori di competenza regionale, come ad esempio i trasporti. Accolti numerosi emendamenti. A presentarli, anche le forze di opposizione, in particolare per garantire più trasparenza e assenza di conflitti d’interesse.
Nel corso della seduta, il presidente del Consiglio Daniele Leodori ha comunicato all’Aula la variazione nella composizione e nella denominazione del gruppo consiliare Nuovo centrodestra: ai quattro consiglieri Daniele Sabatini, Giuseppe Cangemi, Fabio De Lillo e Pietro Di Paolo, si aggiunge Luca Malcotti – proveniente dal gruppo misto – e il nuovo nome del gruppo è ‘Cuoritaliani‘.
SANITÀ: 60 NUOVI POSTI LETTO A BORBONA
60 nuovi posti letto a Borbona, in provincia di Rieti: il centro garantirà l’assistenza residenziale e ospiterà soggetti che riceveranno cure sanitarie, socio assistenziali e di recupero funzionale
La Regione Lazio ha concluso l’iter di accreditamento per la struttura ‘RSA Borbona’ in provincia di Rieti.
60 nuovi posti letto. Il centro, realizzato nel comune di Borbona con fondi ex art. 20 della Legge 67/8, garantirà l’assistenza residenziale e ospiterà soggetti non autosufficienti ai quali saranno erogate prestazioni sanitarie, socio assistenziali e di recupero funzionale.
“Dotiamo il territorio di una struttura che aumenterà la capacità di assistenza a persone non autosufficienti – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: un segnale di attenzione per il territorio che avrà così a disposizione un luogo di eccellenza che innalzerà gli standard qualitativi dei servizi offerti ai cittadini”.
“Ho ritenuto importante partecipare a questo incontro, accanto al sindaco di Cori Tommaso Conti, ai sindaci di Sezze e Norma e ai cittadini che si sono riuniti oggi vicino al Monte Maiurro, nella zona dove dovrebbe essere realizzata la nuova cava. Sono accanto a loro con un obiettivo: ribadire la forza di un territorio che si coalizza e che chiede l’istituzione del Parco dei Monti Lepini, come forma di riconoscimento e tutela ambientale di un’area unica nel suo genere”. Lo ha dichiarato la consigliera regionale del Pd Rosa Giancola, firmataria della proposta di legge regionale per l’istituzione del Parco dei Monti Lepini, che si è recata questa mattina a Cori nella zona della cava, insieme agli esponenti del circolo locale di Legambiente e al sindaco di Cori.
“Se in altri tempi le cave hanno rappresentato le ragioni socio economiche di questi territori – prosegue la consigliera – oggi l’area dei Lepini ha, di fatto, rovesciato questo modello scegliendo di puntare su altro per costruire il proprio futuro. Per sensibilità personale sono poi convinta che le questioni ambientali, e non da ultimo le variazioni climatiche, sono ormai al centro di un allarme che deve indurre la politica a ripensare lo sviluppo economico rinunciando a modelli che finiscono per depredare un territorio”.
CERTOSA DI TRISULTI: ISTITUZIONI PUBBLICHE E PRIVATI INSIEME PER IL RESTAURO
Un progetto in collaborazione con Ministero dei Beni Culturali, Unindustria e Fai, reso possibile grazie all’Art Bonus, un incentivo dello Stato per i privati che sostengono il patrimonio culturale e che ottengono in cambio detrazioni fiscali. Il Lazio è la prima Regione a contribuire a questo modello
La Regione contribuisce con 100mila euro al progetto di rilancio della Certosa di Trisulti, il monastero sui monti Ernici, in provincia di Frosinone, bellissima testimonianza artistica e culturale nel Lazio. Un progetto in collaborazione con Ministero dei Beni Culturali, Unindustria e Fai possibile grazie all’Art Bonus, un incentivo dello Stato per i privati che sostengono il nostro immenso patrimonio culturale e che ottengono in cambio detrazioni fiscali.
“Siamo la prima Regione a contribuire a questo modello, istituzioni pubbliche e privati insieme per difendere e valorizzare il territorio, la nostra storia, le sue bellezze – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: per noi la cultura è il più grande motore di sviluppo per l’Italia”.
“La presenza della Regione Lazio era essenziale – è il commento di Alessandra Sartore, assessore al bilancio, demanio e patrimonio, che ha aggiunto: il cofinanziamento, anche se piccolo, fa sapere che c’è interesse per questi progetti tra pubblico e privato in cui la Regione oggi finanzia, ma potrebbe essere anche beneficiaria dell’Art bonus, essendo proprietaria di tanti immobili soggetti alla legislazione dei beni culturali“.
“Una modalità di intervento innovativa, che vede la partecipazione di pubblico e privato insieme per salvaguardare una struttura ricca di storia e che merita di essere conservata e riqualificata – lo ha detto Mauro Buschini, assessore ai Rapporti con il Consiglio, Ambiente e Rifiuti, che ha aggiunto: la Certosa rappresenta un’attrazione importante e funge da richiamo per il turismo religioso in provincia di Frosinone e contribuisce, di certo, allo sviluppo del settore nella nostra terra”.