Non per caso lo chiamano “oro rosso”. Il rame – 6,82 euro al chilo l’attuale quotazione cash – fa sempre più gola ed ormai sono vere e proprie organizzazioni criminali a gestire i furti del prezioso metallo, che nei primi sei mesi dell’anno sono stati ben 11mila (il 12% in più rispetto al 2012). In crescita anche le denunce (2.720, +41%) e gli arresti (1.631, +37%). Ad essere colpiti, in particolare, Enel e Fs, che chiedono attenzione al fenomeno, oggi illustrato nella prima Conferenza nazionale sui furti di rame. Sono, ha detto l’amministratore delegato del gruppo Fs, Mauro Moretti, “numeri impressionanti: parliamo di duemila casi all’anno solo per le ferrovie, con decine di milioni di euro di danni per la rete ed effetti dolorosi anche sui passeggeri, soprattutto i pendolari, che sono i più colpiti”. Moretti ha invitato ad “alzare il tiro sulla vigilanza e sulla repressione. C’è – ha lamentato – una vera e propria attività organizzata che coinvolge anche nostri fornitori: ci troviamo così ad avere forniture costituite da materiali rubati a noi tempo prima. Occorre non soltanto punire la manovalanza dei furti, ma chi li organizza”. L’ad di Fs ha anche informato che si sta “sperimentando l’imbrattamento dei tubi di rame, in modo tale che poi non sia conveniente ripulirli per rivenderli” Nei primi dieci mesi dell’anno sono stati 1.673 i furti di rame sulla rete ferroviaria e, aggiungendo anche i furti in deposito, si arriva a 1.778 episodi per un totale di 643 tonnellate di materiale trafugato. Nell’ultimo triennio 2011-2013 il gruppo ha stimato un danno economico pari a quasi 31 milioni di euro, di cui circa 12 milioni per i costi degli interventi necessari al ripristino della circolazione. Analoga la posizione dell’ad di Enel, Fulvio COnti. “I furti di rame – ha avvertito – stanno aumentando, abbiamo registrato cinquemila casi che hanno procurato danni per 30 milioni di euro. Dal 2011 si è registrato un incremento dell’80% e sono stati asportati mille chilometri di linee. Puglia e Sicilia le regioni più colpite”. Si tratta, ha spiegato, “di un tema di civiltà, non solo economico. Rubare i conduttori è come sottrarre condizioni normali di vita. Queste azioni criminali mettono a rischio la sicurezza dell’approvvigionamento, ma anche la vita dei ladri: si contano infatti 16 morti, di persone colpite da scariche elettriche mentre asportavano il rame”. Da parte sua, il capo della polizia Alessandro Pansa ha assicurato che l’attenzione da parte delle forze dell’ordine è alta per il contrasto ai ladri di ‘oro rosso’, ma serve anche la collaborazione delle aziende che producono e che acquistano il rame. “Bisogna interrompere – ha sottolineato – il circuito che porta le aziende ad acquistare il rame senza verificarne la provenienza. Così come per il riciclaggio di denaro sporco abbiamo eliminato il principio del ‘pecunia non olet’, lo stesso dobbiamo fare per il rame e gli utilizzatori del materiale dovrebbero rifiutarsi di acquistare da chi non è in regola”.