“Inizialmente ho avuto paura. Basta vedere la fine di Santino (Tuzi, il brigadiere ritrovato cadavere l’11 aprile 2008,ndr). Io non l’ho fatta per un motivo banale: mi si conosceva come persona mite, anche fessa“. Così si è espresso in un’intervista alla radio ‘Nuova Rete‘ Guglielmo Mollicone, il papà di Serena, la studentessa scomparsa il primo giugno 2001 e ritrovata uccisa, legata e imbavagliata in un boschetto di Anitrella, nei pressi di Arce, il paese dove viveva la ragazza. “Ho avuto paura di morire – ha aggiunto -, dormivo con il telefonino sempre acceso. Avevo paura che un giorno o l’altro nell’accendere la macchina potessi saltare in aria o che potessero appostarmi a casa e uccidermi di notte. Non è successo perché avevo già fatto nomi e cognomi alla procura. La morte di Serena – ha detto ancora – ha cambiato totalmente la nostra vita. Senza Serena è solo un continuare a sopravvivere. Sogno molto spesso Serena – ha concluso Guglielmo Mollicone – e sempre da bambina, a 10-12 anni. Forse perché nella mia mente è rimasta sempre così“.