L’area verde di Fogliano è inserita nelle aree di protezione della convenzione di Rasmaar ed è considerato un ambiente di rispetto dell’avifauna europea di notevole importanza. Al suo interno esiste un borgo antico, creato dalla famiglia Caetani alla fine del settecento con lo scopo di sfruttarne le riserve di pesca ed agricole attraverso l’insediamento di una piccola comunità stabile nella vastità dell’agro pontino paludoso ed in larga parte incolto. Nel tempo furono realizzate opere di particolare bellezza ed originalità funzionali alla conservazione di ambiente come la casina inglese, la villa residenziale e l’orto botanico. Da pochi anni la Casina Inglese è stata restaurata ma non è utilizzabile al pubblico ed è facile prevederne un prossimo degrado se lasciata a fare simulacro di foto panoramiche e basta. Tutto il resto dell’antico borgo compreso dentro la zona limitata al pubblico è in totale stato di abbandono, orto botanico incluso, con la villa ed i suoi manufatti che stanno rovinando al suolo. Ed in pochi sanno o ricordano che la suo interno vi è una piccola chiesa sconsacrata che è un gioiello dell’architettura di primo ottocento in completo stato di abbandono, quasi spettrale. Ritengo che sia un bene talmente prezioso che è obbligatorio trovare tutte le risorse pubbliche e private per recuperare questi spazi e le strutture comprese perché diventino un bene della comunità, fruibile a tutti per diversi scopi che non siano in conflitto tra loro. Le aree del lago di interesse strettamente naturalistico si trovano infatti sul lato che fiancheggia il litorale dove si alternano zone umide molto frequentate da anatidi ed uccelli di ripa in migrazione o stanziali. Mentre la riva compresa a fianco dell’orto botanico è in massicciata ed inadatta alla nidificazione e riposo degli uccelli e quindi utilizzabile per la realizzazione di una scuola di canoa e di piccola vela che rivesta uno spazio limitato delle acque senza che abbia un impatto significativo sull’equilibrio della natura. È mia intenzione sostenere con il massimo interesse un progetto che l’ex assessore Agostino Mastrogiacomo sta sviluppando con l’Università degli studi di Bologna e che mi auspico sia in piena sintonia con le ambizioni dell’ Ente Parco, per poi trasformare il Borgo, la Chiesetta e la Villa abbandonati in una facoltà di Agraria per studi di innovazione in materia di floricoltura e di coltivazioni biogenetiche a scopo alimentare. Proprio per questo vanno messe in campo ogni azione ed ogni diplomazia che serva a trovare convergenze tra Amministrazione Comunale e la gestione dell’Ente Parco. Si possono e si devono trovare le sinergie tra diversi enti anche con il sostegno di capitali privati per progetti di comune intento, che mirino ad una visione ampia, che sia capace di coniugare i diversi scopi di ogni partecipante interessato per far in modo che un bene preziosissimo non vada distrutto a causa di una visione ottusa, retrograda ed inconcludente. Il rispetto per l’ambiente è al primo posto per le mie scelte politiche per la città ma non può intendersi come immobilità. Conservare un giardino di casa non vuol dire lasciare che diventi una savana abbandonata ma vuol dire curarlo, dargli forma ed opportunità. E le opportunità questa nostra terra ne offre e ne può offrire a chi è disposto a condividere una visione allargata di città, non limitata a palazzi e strade comunali.
Gianni Chiarato