“Questa legislatura nasce con l’impegno
solenne a fare riforme e legge elettorale. Così giustificammo
maggioranze disomogenee. Il 4 dicembre questo film è finito. E questo
porta alla fine della legislatura”. Per il presidente del Pd Matteo
Orfini, intervistato da Repubblica, “resta il problema del sistema di
voto, che è ciò che giustificherebbe il prolungamento della
legislatura. Prima di decidere, però, chiediamo alle altre forze cosa
intendano fare”.
Sull’ipotesi che il Pd governi solo con l’attuale maggioranza, “a oggi
non mi sembra la possibilità più realistica – ammette Orfini – Ma
aspettiamo le consultazioni”. “Noi ci fidiamo e ci affidiamo al
Presidente per risolvere la crisi. Penso che sarebbe utile al Paese
rendere omogenee le leggi. Ma per farlo non basta il Pd e l’attuale
maggioranza, perché le regole è meglio provare a scriverle insieme”.
Quanto alla possibilità di tornare alle urne, “il Pd non ha paura
delle elezioni”, mette in chiaro. Il partito ha “subito una sconfitta
importante e dobbiamo aprire una riflessione vera, anche su quello che
non ha funzionato. Non in una direzione, ma al congresso”. Per questo,
secondo Orfini, “dopo il 4 dicembre serve subito un congresso. Ci sono
state divisioni e lacerazioni profonde. Questo tema va affrontato: non
si può pensare che l’anarchia possa essere la fisiologia del Pd”.
Quanto a Franceschini, “è stato un ottimo ministro dei Beni culturali
ed è un importante leader del Pd. Ma non è l’azionista di maggioranza
del partito. Né lui, né nessun’altro può immaginare di gestire il Pd
come una federazione di correnti, perché non si fa il bene del
partito”.