Neanche la gravissima vicenda del coronavirus ancora in atto è servita alle istituzioni per considerare l’utilizzo adeguato dell’Ospedale di Fondi nella tutela della salute. Anzi, anche in questa fase di elevato rischio il nostro ospedale ha subìto atti di spoliazione di posti letto, di attrezzature varie, dirottati nel nosocomio di Gaeta in stato di inattività. Inoltre, solo una energica diffusa contestazione ha impedito la chiusura del reparto di ginecologia, decretata dall’Asl di Latina.
La penalizzazione del “San Giovanni di Dio” risulta peraltro ingiustificata, irrazionale, se si considera che nell’ambito dell’intera provincia di Latina il nosocomio fondano è il complesso ospedaliero più all’avanguardia dal punto di vista strutturale, della spazialità dei Reparti, delle aree pertinenti circostanti, dalla strategica centrale posizione geografica.
Solo miopi logiche di pianificazione, di programmazione sanitaria finora attuate, hanno generato lo stato di assoluta precarietà in cui versa l’Ospedale di Fondi.
La sola forza della rappresentanza istituzionale (locale, regionale, nazionale, europea) impersonata rispettivamente dal sindaco f.f. dott. Beniamino Maschietto, da Pino Simeone, presidente commissione sanita regione Lazio, dal sen. Claudio Fazzone, dall’europarlamentare Salvatore De Meo, non sembra sortire effetti positivi al cospetto della tanto decantata e mancata riattivazione dei 4 posti di terapia intensiva, dell’attivazione della day surgery (chirurgia diurna) e della week surgery (chirurgia settimanale), dell’assunzione di anestesisti, di un potenziamento del Pronto Soccorso, in vista peraltro dell’approssimarsi della stagione estiva che moltiplicherà notevolmente l’afflusso in tale servizio di emergenza.
Occorre pertanto promuovere un’azione condivisa tra amministrazione comunale, forze politiche e movimenti di natura civica, Comitato Pro-Ospedale, Fondazione S. Giovanni di Dio per porre il tema del potenziamento del nostro ospedale al centro del confronto con la Regione Lazio.
E questo obiettivo avrà più forza, efficacia risolutiva, se posto nell’ambito della valorizzazione del distretto centro, per cui occorre evitare ogni sterile quanto nociva polemica con il comune di Terracina con cui è opportuno, invece, perseguire una unità di intenti rispetto al ruolo dei due ospedali.
La proposta avanzata oltre un mese fa dal sottoscritto, indirizzata al sindaco Maschietto, di promuovere un tavolo di concertazione tra i soggetti indicati, è rimasta senza riscontro alcuno.
Perseguire la via dell’isolamento, dell’individualismo, del presunto valore della singola carica istituzionale per mere logiche di potere clientelare, significa rendersi complice della gravità dello stato in cui versa il nostro Ospedale.
L’ultima manifestazione popolare promossa dal Comitato Pro-Ospedale che ha registrato larghissima adesione tra cittadini e istituzioni intervenute, ha mostrato qual’ è la via da percorrere con possibili riscontri positivi.
Luigi Parisella
(candidato a sindaco)