Obiettivo risparmio raggiunto dalle manovre di contenimento della spesa avviate dal 2008 al 2013 per Regioni, Provincie e Comuni. È quanto scrive la Corte dei Conti nella relazione finanziaria per il 2013 sugli enti territoriali con cui chiude il ciclo annuale della propria attività referente. L’analisi infatti conferma “il raggiungimento degli obiettivi di risparmio previsti, con il contemporaneo determinarsi di consistenti tagli ai trasferimenti correnti, di un cospicuo avanzo di cassa e di una riduzione delle risorse destinate ai servizi essenziali“. Le più penalizzate dalla politica di spending review sono le Regioni i cui tagli alla spesa primaria hanno raggiunto il 16% nel triennio 2010-2012, nonché, a livello territoriale, le amministrazioni del Mezzogiorno, con consistenti contrazioni di risorse soprattutto in conto capitale. Complessivamente, le manovre di riequilibrio dei conti pubblici, avviate dal 2009, hanno fatto registrare, a consuntivo 2012, “una incidenza sulla spesa primaria del 28,3% per le Province (corrispondente, in valore assoluto, ad un taglio di 2,9 miliardi) e del 14,5% per i Comuni (pari, in valore assoluto, a 8,4 miliardi)”. Contestualmente è salita la pressione fiscale con una contrazione rilevante degli investimenti, “che ha raggiunto mediamente per Comuni e Province, il 60% delle economie di spesa“, e con un “forte incremento“, nel 2013, rispetto al precedente esercizio, del ricorso alle anticipazioni di cassa.